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Terremoto in Turchia e Siria

Terremoto, in Siria e Kurdistan soccorsi a singhiozzo: “Città rase al suolo: c’è clima di estrema paura”

Turchia e Siria sono ancora in piena emergenza dopo il forte sisma che ha colpito i due paesi. Particolarmente drammatica la situazione nelle province siriane e del Kurdistan dove la macchina dei soccorsi si muove a rilento.
A cura di Chiara Ammendola
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I danni del terremoto a Idlib, in Siria
I danni del terremoto a Idlib, in Siria
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Mentre il numero di morti causati dal terremoto cresce ora dopo ora, Turchia e Siria continuano a essere colpite da un forte sciame sismico. I crolli si susseguono così come le operazioni di ricerca dei superstiti, ma se la macchina degli aiuti in Turchia si è mossa tempestivamente, la situazione sembra diversa nelle province di Siria e Kurdistan dove i soccorsi arrivano a singhiozzi. Lo spiega a Fanpage.it Giuseppe Acconcia, giornalista, ricercatore e docente di Sociologia politica all'Università di Padova, che si trova a Beirut, in Libano, dove è giunto dal confine turco.

“Qui vivono tanti siriani da cui stiamo apprendendo pian piano informazioni su quanto sta accadendo in Siria e in Kurdistan – spiega – la situazione è particolarmente drammatica ad Efrîn, uno dei tre cantoni a nord della Siria, occupata dalla Turchia nel 2018, la città è completamente distrutta e molte persone sono sotto le macerie. Chi non è rimasto in città ha provato a raggiungere le montagne per mettersi in salvo. C'è un clima surreale, di estrema paura”.

La situazione è piuttosto difficile anche ad Aleppo e Idlib, la prima già distrutta dalla guerra, è ormai una città fantasma: “Alle macerie della guerra si sono aggiunte quelle del terremoto – spiega il professore – tante persone hanno provato a uscire dalle proprie case, e chi ce l'ha fatta si è rifugiato nell'auto, costretto a dormire al gelo, visto che le temperature di notte scendo a -4”. A Idlib, città della Siria nord-occidentale, situata vicino al confine con la Turchia, continuano i crolli causati dal sisma.

“Le province del Kurdistan e del nord della Siria sono già colpite dalla guerra che è stata fatta contro lo Stato Islamico – aggiunge il professore – altre città sono state danneggiate dagli attacchi contro i curdi. E in più in queste province non arrivano gli aiuti così come arrivano in Turchia, se c'è una macchina di aiuti internazionali questa non sta funzionando allo stesso modo in Siria. Non ci sono operazioni di soccorso adeguate. La situazione è estremamente precaria, e il numero di morti è destinato ad aumentare perché ci sono ancora tante persone sotto la macerie”.

Secondo Acconcia si è ancora nella fase dell'emergenza e soprattutto nelle zone maggiormente colpite dalla guerra si respira un clima estremamente teso: “Lì ci sono i più fragili – conclude- gli sfollati sono tantissimi, alcuni vengono accolti nei luoghi e negli edifici pubblici, altri trovano riparo nelle montagne, o chiedono ospitalità agli amici, alcuni evidentemente stanno affollando gli ospedali. Quindi è una situazione ancora di estrema drammaticità”.

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