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Tensione in Kosovo, il Cremlino: “La Russia appoggia incondizionatamente la Serbia”

Il portavoce del Cremlino, Peskov, ha affermato che la Russia sostiene incondizionatamente la Serbia dopo gli scontri in Kosovo e che è molto preoccupata: “Tutti i legittimi interessi dei serbi del Kosovo devono essere rispettati”.
A cura di Ida Artiaco
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La Russia sostiene "incondizionatamente" la Serbia. La conferma è arrivata questa mattina dalle parole di Dmitry Peskov. Il portavoce del Cremlino, citato da Ria Novosti, ha affermato che Mosca "segue molto da vicino gli sviluppi della situazione" in Kosovo ed è "preoccupata. Tutti i legittimi interessi dei serbi del Kosovo devono essere rispettati e non ci deve essere posto per azioni provocatorie che violino i loro diritti", ha aggiunto Peskov.

Mosca già precedentemente aveva incolpato la Nato per quanto sta succedendo in Kosovo, dove sono riprese le proteste della minoranza serba residente contro l’insediamento nei loro uffici dei nuovi sindaci di etnia albanese eletti nel voto locale del 23 aprile scorso, e soprattutto dopo gli scontri successivi tra i dimostranti, la polizia kosovara e i militari della Kosovo Force (Kfor), la missione di stabilizzazione della Nato iniziata nel 1999 su mandato delle Nazioni Unite.

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Molti osservatori hanno notato come a scendere in strada negli ultimi giorni siano state anche e soprattutto frange estreme della popolazione serba e simpatizzanti proprio della Russia di Putin, come dimostrerebbero anche le foto di muri e veicoli sui quali è stata apposta l'ormai famosa "Z", simbolo dell'invasione dell'Ucraina e dei sostenitori del leader del Cremlino.

Già la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova aveva accusato ieri la Nato di avere agito in modo "non professionale", provocando "una violenza non necessaria" e una "escalation" della situazione. L'Occidente deve mettere fine alla sua "falsa propaganda" sul Kosovo e "smettere di imputare gli incidenti in Kosovo ai Serbi disperati che pacificamente, e senza armi in mano, cercano di difendere i loro legittimi diritti e libertà", aveva aggiunto.

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Sulla questione kosovara si è espresso anche il segretario di Stato americano, Anthony Blinken: "Il premier Albin Kurti e il suo governo devono fare in modo che i nuovi sindaci espletino temporaneamente la loro attività di servizio da sedi alternative fuori dagli edifici comunali, e che vengano ritirate le forze di polizia presenti nella zona", ha detto auspicando che non ci sia una escalation di violenza.

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