Strage di Orlando: corteo omofobo al funerale di una delle vittime

"Dio ama tutti, anche i gay": questa era una delle scritte apparse sabato mattina nei pressi dell'Eola Lake, nel cuore di Orlando, pochi minuti prima che venissero celebrati i funerali di Christopher Andrew Leinonen, una delle 49 vittime della strage di Orlando: omosessuale e cattolico praticante, neanche in occasione dell'ultimo saluto è stato risparmiato dagli insulti da parte dei cosiddetti haters, i portatori d'odio seguaci della Westboro Church del Kansas e tristemente celebri per le loro incursioni ai funerali gay e per le proteste di fronte alle chiese perché "non siano ammessi i peccatori". Erano riusciti a ottenere un permesso per manifestare 45 minuti prima dell'inizio della cerimonia ma poi, ritrovatisi in pochi, hanno esposto i loro striscioni carichi di insulti a centinaia di metri di distanza dalla chiesa, ben confinati dalle forze dell'ordine.
In realtà al funerale erano molte di più le persone con la bandiera arcobaleno. "Non riesco a credere che dopo tanto dolore e sangue versato ci sia qualcuno che ha il coraggio di venire fin qui a protestare perché la chiesa celebra il funerale di un omosessuale" dice – come riporta Repubblica – una ragazza di 19 anni. Christopher Andrew Leinonen era un attivista per i diritti degli omosessuali molto conosciuto ed è stato assassinato insieme al suo compagno, Juan Ramon Guerrero. Sua madre, la notte della carneficina, commosse il mondo: poco dopo essere arrivata al Pulse, in diretta tv, urlò disperatamente "Non so dov'è mio figlio, ditemi dov'è mio figlio". Un vero e proprio grido di terrore che non ha potuto scongiurare il peggio.