“Sto impazzendo e sono stanco, corriamo da un posto all’altro sotto le bombe”: la testimonianza da Gaza

Arriva velocissimo, senza nessun preavviso, uno dei bombardamenti che stanno colpendo in queste ore Gaza City. L’ha ripreso con il suo cellulare Mohammed Alamarin – pizzaiolo e operatore umanitario della Striscia – a pochi metri dal luogo in cui si è rifugiato insieme alla moglie e alle sue figlie, dopo essere stato nuovamente costretto a fuggire. In un altro video girato da Mohammed si vedono file di donne, uomini e bambini fuggire, senza niente in mano, con i soli vestiti addosso, alla ricerca di un luogo sicuro. In un altro filmato, che ha inviato a Fanpage.it, Gaza City è illuminata dall’ultima luce del giorno e in sottofondo si sente il rumore incessante dei colpi dell'artiglieria pesante israeliana.
La capitale dell’enclave è da settimane sotto assedio – prima la parte Est, poi la costa e adesso tutta la città. L’ha detto ieri mattina il primo ministro Benyamin Netanyahu: "Prenderemo Gaza anche se c'è accordo sulla tregua. Lo faremo comunque. Non c'è mai stato dubbio che non lasceremo Hamas lì", ha dichiarato, dopo che anche un'inchiesta condotta dal quotidiano britannico Guardian in collaborazione con i giornali online israeliani +972 Magazine e Local Call ha dimostrato che l'83% delle persone uccise a Gaza sono civili. Dunque, Hamas non c'entrerebbe.
“Basta, non ho più energie”, ci ha scritto Mohammed ieri, “sto cercando un posto perché la situazione peggiora ogni minuto di più. L’esercito israeliano adesso sta entrando in altre aree della città. È entrato ora da Jabalia, a nord di Gaza City, e da sud a Sabra, vicino al quartiere Zeitoun. Non sentiamo altro che bombardamenti ed esplosioni. Siamo tra le bombe continue e il caldo soffocante”.
Nella notte tra mercoledì e giovedì, centinaia di palestinesi nei sobborghi di Zeitoun e Sabra sono stati costretti a spostarsi verso la parte nordoccidentale della città, mentre le truppe israeliane hanno cominciato a operare nelle aree di Zeitoun e Jabalia, preparando l'occupazione per la quale verranno richiamati in servizio circa 60mila riservisti.
Almeno 30 palestinesi sono stati uccisi in tutta la Striscia dall'alba, 25 dei quali proprio a Gaza City, dove sono in corso bombardamenti sempre più intensi, secondo fonti mediche citate da Al Jazeera. Nelle stesse ore gli ospedali della Striscia hanno registrato altri due decessi causati da fame e malnutrizione. Sale così a 271 il numero complessivo delle persone morte di fame a Gaza negli ultimi 22 mesi, di cui 112 bambini.
“Se nessuno vuole fermare la guerra allora decideranno di ucciderci tutti e tutto questo finirà. Sto impazzendo e sono stanco. Corriamo da un posto all'altro e i bombardamenti ci inseguono. Il destino di Gaza City sarà come quello di Rafah: Moriremo in ogni caso. Non c'è soluzione a nulla. Penso solo a come essere in un posto dove le mie bambine possano vivere”, ci dice Mohammed poco prima che caschi la connessione, “non voglio essere un eroe, voglio solo sentire un po’ di sicurezza”.
Mohammed, come altre migliaia di persone a Gaza, è ancora in attesa che venga effettuata la sua evacuazione in Italia, il paese che più di un anno fa aveva approvato il suo visto di lavoro. “Ho paura”, conclude, “ho paura che quando la gente ascolterà la nostra voce, sarà troppo tardi”.