Spagna, il macchinista del treno deragliato è libero

Francisco Josè Garzòn Amo, il macchinista che era alla guida del treno deragliato vicino Santiago de Compostela,a piede libero. Lo ha deciso il giudice istruttore che gli ha ritirato il passaporto e gli ha imposto l’obbligo di firma ogni settimana. Ne dà notizia El Pais online. Come lui stesso ha ammesso in una comunicazione via radio tra la cabina del treno e la stazione, pochi istanti dopo l'impatto, non ha rispettato i limiti di velocità (il treno procedeva a 190 km/h in un punto in cui la velocità massima consentita era di 80) ed è quindi stato accusato di aver provocato l’incidente, che ha causato la morte di 78 persone (cifra rettificata al ribasso rispetto agli 80 comunicati dalle autorità spagnole). Oggi Garzon Amo è stato trasferito nel tardo pomeriggio nel palazzo di giustizia della città galiziana per essere interrogato dal magistrato inquirente. L’uomo era in stato di fermo, accusato di “omicidio per imprudenza”. È giunto nel luogo dell’interrogatorio sotto scorta della polizia, nascosto dentro un furgone.
Non si placano le polemiche sui soccorsi, secondo alcuni giunti troppo in ritardo e mal coordinati. Il presidente della Giunta galiziana, Alberto Nunez Feijoo, respinge però le accuse, difendendo l'efficacia degli interventi, visto la drammatica situazione. "Nonostante la gravissima circostanza – ha spiegato Feijoo, del Partito Popolare al governo a Madrid – i soccorsi sono stati tempestivi, come è stato riconosciuto anche dalle autorità nazionali".