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Siria, missili contro due basi militari. Almeno quaranta vittime

L’attacco non è stato rivendicato, ma secondo i media siriani sarebbe stato condotto da USA, Gran Bretagna e Israele.
A cura di Davide Falcioni
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Un nuovo attacco missilistico ha interessato il territorio siriano nel corso della notte: i razzi hanno colpito alcune basi militari facenti capo a Damasco e alle milizia iraniane nelle province di Aleppo e Hama, nella Siria centrale. A renderlo noto sono state la tv di stato e l'agenzia di stampa Sana, secondo la quale la nuova aggressione con i missili nemici è avvenuta alle 22.30 ora locale. Una fonte delle forze di sicurezza, ha spiegato che "un deposito di armi della 47esima brigata dell'esercito siriano è stato attaccato vicino a Hama. Di conseguenza si sono verificate esplosioni potenti e grandi incendi". Colpite anche le postazioni vicine all'aeroporto di Aleppo, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani. Al momento il lancio dei missili non è stato ancora rivendicato da nessun paese, ma vari media statali hanno suggerito che dietro gli attacchi potrebbero esserci Israele, Stati Uniti e Gran Bretagna. Fonti vicine al governo hanno riferito alla Dpa che forti esplosioni sono state sentite anche vicino alla base di Nahar al Bard, a circa 60 chilometri a nord ovest di Hama, dove sono stanziate le truppe iraniane. Il bilancio dei raid sarebbe di decine di vittime: alcune fonti riferiscono di almeno quaranta morti accertati, molti dei quali soldati iraniani, e una sessantina di feriti.

All'inizio di aprile sette militari iraniani erano rimasti uccisi nel corso di un bombardamento contro una base aerea a Homs. Damasco, Teheran e Mosca avevano accusato Israele, che però non aveva né confermato né smentito l'operazione. Il 14 aprile, poi, il territorio siriano era stato l'obiettivo di un'operazione militare condotta da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna come rappresaglia contro il governo di Bashar al Assad, in seguito al presunto attacco chimico nella Ghouta. Il raid della scorsa notte sarebbe stato condotto da Israele. Da giorni i suoi dirigenti continuano a lanciare moniti all’Iran. Ieri Avigdor Lieberman,  ministro della Difesa, ha lanciato un chiaro monito: "Se qualcuno pensa di poter lanciare missili, attaccare Israele o anche i nostri aerei, non c’è dubbio che risponderemo e risponderemo con molta forza, anche se non vogliano interferire con la politica interna siriana o attaccare la Russia”.

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