Siria, i ribelli respingono la proposta russa su controllo armi chimiche

Il consiglio dei ribelli siriano, sostenuto dall'Occidente, ha respinto oggi la proposta russa di mettere sotto il controllo internazionale le armi chimiche della Siria. "Annunciamo il nostro definitivo rifiuto dell'iniziativa russa di mettere le armi chimiche sotto la custodia internazionale", ha detto Salim Idriss, capo del Consiglio supremo militare dei ribelli, in un video pubblicato online nella notte. Il "no" dei ribelli arriva a stretto giro dalle dichiarazioni di Putin che al New York Times ha spiegato co come siano stati i ribelli a usare le armi chimiche: la Russia "non sta proteggendo il governo siriano ma la normativa internazionale" dice il presidente russo che mette in guardia sulle conseguenze di un potenziale attacco americano contro Damasco, che sarebbe, senza l'appoggio dell'Onu, un "atto di aggressione": si tradurrebbe in "ulteriori vittime innocenti e in una escalation, potenzialmente ampliando il conflitto al di fuori dei confini della Siria. Contemporaneamente un portavoce dei ribelli dell'Esercito libero siriano al quotidiano saudita ‘al-Watan' ha affermato che il regime di Bashar al-Assad ha intenzione di trasferire il suo arsenale chimico in Iraq. Secondo la fonte, il piano sarebbe supervisionata dalle Forze di al-Quds dei Guardiani della Rivoluzione iraniana, ovvero i Pasdaran. Il governo di Baghdad sarebbe a conoscenza dell'operazione, precisa l'esponente dei ribelli. Si tratterebbe di un altro tentativo da parte di Assad per scongiurare la paventata azione militare guidata dagli USA contro la Siria dopo il presunto attacco condotto con armi chimiche il 21 agosto contro un sobborgo di Damasco.