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Serve funghi velenosi a pranzo e uccide i suoceri, ha rifiutato le cure antiveleno: “Non voglio nulla”

È quanto emerge dal processo a carico della 50enne australiana Erin Patterson imputata per triplice omicidio dopo la morte per avvelenamento dei suoi ex suoceri e della zia dell’ex marito che lei sostiene sia stato accidentale. La donna, nonostante fosse stata avvertita della gravità del sospetto avvelenamento, ha lasciato l’ospedale.
A cura di Antonio Palma
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Quando è stata informata che poteva essere stata esposta a un avvelenamento da funghi potenzialmente fatale, Erin Patterson ha rifiutato le cure dell’ospedale allontanandosi pochi minuti dopo. È quanto emerge dal processo a carico della 50enne australiana imputata per triplice omicidio dopo la morte per avvelenamento dei suoi ex suoceri e della zia dell’ex marito che lei sostiene sia stato accidentale.

Nell’udienza di oggi, un'infermiera dell’ospedale che ha soccorso il gruppo ha riferito alla corte suprema del Victoria che Patterson non sembrava avere sintomi rispetto agli altri due ospiti del pranzo che invece erano gravissimi e ricoverati in ospedale la mattina precedente. Secondo l’infermiera, la donna era arrabbiata, agitata e in lacrime mentre affermava ripetutamente "Non voglio niente di tutto questo" in relazione al trattamento ospedaliero che le avevano prescritto i medici.

Alla 50enne infatti erano stati prescritti trattamenti antiveleno dopo che aveva riferito di diarrea e del pranzo insieme dagli altri ospiti in gravi condizioni. Medici e altri professionisti sanitari hanno parlato con Patterson quando si è presentata in ospedale quella mattina ma sarebbe andata via dopo cinque minuti, nonostante fosse stata avvertita della gravità del sospetto avvelenamento. In tribunale è stato mostrato un modulo di liberatoria firmato da Patterson per lasciare il pronto soccorso.

"Le avevo detto che era stata esposta a un avvelenamento da fungo potenzialmente mortale e che per lei sarebbe stato meglio essere ricoverata in ospedale", ha riferito uno dei medici ospedalieri, rivelando di aver contattato due superiori per ottenere l'autorizzazione a chiamare la polizia nel tentativo di far tornare Patterson in ospedale.

L'accusa sostiene che la signora Patterson ha mentito sul fatto di avere il cancro, usandolo come pretesto per invitare gli altri e abbia deliberatamente avvelenato i suoi ospiti per ucciderli cucinando e servendo pietanze a base di funghi velenosi. L'unico sopravvissuto ha riferito che durante il pranzo lei era l’unica che mangiava in un piatto diverso rispetto agli altri.

La 50enne continua a proclamarsi innocente e in aula ha chiamato a sua difesa i figli che non avevano partecipato al pranzo per sua scelta ma che hanno dichiarato di aver mangiato gli avanzi del pasto mortale a base di funghi insieme alla madre a cena il giorno dopo. Secondo l’accusa, però, i figli di Patterson hanno mangiato gli avanzi dello stesso pasto, ma con i funghi raschiati via.

La donna inizialmente aveva anche negato le cure antiveleno ai figli dicendo che li avevano scartati ma quando i medici le hanno detto che i funghi potevano aver contaminato anche la carne, ha accettato il loro ricovero e il trattamento.

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