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Assalto al Congresso Usa dei sostenitori di Trump

Scontri a Capitol Hill, i sostenitori di Trump volevano catturare e assassinare deputati e senatori

Gli estremisti pro-Trump che il 6 gennaio hanno fatto irruzione a Capitol Hill, sede del Congresso statunitense, volevano “catturare e potenzialmente assassinare” deputati e senatori: a riferirlo alcuni magistrati federali in Arizona e in Texas, che in particolare puntano il dito contro Jake Angeli, ‘lo sciamano’ seguace dei QAnon, e il tenente colonnello Larry Rendall Brock.
A cura di Davide Falcioni
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Gli estremisti pro-Trump che il 6 gennaio hanno fatto irruzione a Capitol Hill, sede del Congresso USA, volevano "catturare e potenzialmente assassinare" deputati e senatori: a riferirlo alcuni magistrati federali in Arizona e in Texas, uno dei quali ha citato come prova un biglietto lasciato da Jake Angeli, ‘lo sciamano' seguace dei QAnon, sulla scrivania della presidenza del Senato. "È solo questione di tempo, la giustizia sta arrivando", si legge nel messaggio diretto al vice presidente Mike Pence che presiedeva la seduta congiunta delle Camere per la certificazione della vittoria di Joe Biden.

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La nota è stata allegata ad un memorandum della procura in cui si chiede che "Jacob Chansley", il nome dello sciamano, rimanga in carcere perché, a suo stesso dire, è elevato il pericolo di fuga. "Ci sono forti prove, comprese le parole dello stesso Chansley e le azioni nel Capitol, che dimostrano che l'intenzione dei rivoltosi era di catturare e assassinare membri del Parlamento e del governo", ha sostenuto la procura di Phoenix. Questa ipotesi è condivisa dai colleghi di Fort Worth, in Texas, secondo cui un veterano dell'Air Force arrestato in possesso di manette di plastica aveva l'intenzione di "prendere ostaggi". Secondo il sostituto procuratore Jay Weimer, il tenente colonnello Larry Rendall Brock "voleva rapire, legare, forse processare, forse giustiziare membri del governo americano".

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Brock, attualmente agli arresti domiciliari, era stato immortalato al Capitol vestito in tenuto da guerra con l'elmo da combattimento e il giubbotto antiproiettile, mentre in mano teneva le manette di plastica: "Le ho trovate per terra e volevo consegnarle a un poliziotto ma me ne sono dimenticato", aveva dichiarato all'indomani al New Yorker. Lo ‘sciamano' si è consegnato alle autorità a Phoenix ed è attualmente in quarantena in un carcere federale essendo risultato positivo al Covid. Tramite il suo nuovo avvocato, Albert Watkins, ha chiesto a Donald Trump di concedergli in extremis il perdono presidenziale. "Aveva risposto alla sua chiamata", ha detto Watkins, un legale di alto profilo di St. Louis che ha già ottenuto perdoni per altri clienti eccellenti tra cui Mark e Patricia McCloskey, la coppia che la scorsa estate ha minacciato con fucile e pistola i manifestanti Black Lives Matter che sfilavano davanti alla loro casa.

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