Sabotaggio Nord Stream, Russia: “Vogliamo partecipare all’indagine”. Ucraina: “Non c’entriamo”

“Continuiamo a chiedere di essere ammessi a questa indagine. Crediamo che non si possa permettere che l’attenzione venga deviata su alcune versioni e ipotesi secondarie”. È la Tass a riportare le affermazioni del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, parlando dell’indagine in corso sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream.
Secondo esperti del New York Times la responsabilità delle esplosioni avvenute lo scorso settembre nei mari tra Danimarca e Svezia a "sommozzatori esperti" di cittadinanza ucraina o comunque filo-ucraini.
“Continuiamo a chiedere un’indagine rapida e trasparente”, ha aggiunto Peskov, “perché questo è un precedente troppo pericoloso di atto terroristico contro le infrastrutture energetiche critiche internazionali”.
Intanto l'Ucraina ha ribadito la propria estraneità alla vicenda. "Non è una nostra attività, sarebbe un complimento per le nostre forze speciali ma noi non c'entriamo con quello", ha detto il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, a margine di una riunione informale dei colleghi dell'Ue a cui è stato invitato.
Secondo lo stesso quotidiano newyorkese, comunque, non risulta che il presidente Volodymyr Zelensky fosse al corrente dell'azione avvenuta nel mar Baltico a fine gennaio.
Mentre il Die Zeit sottolinea come si possa trattare di un’operazione false flag, cioè organizzata dalla Russia in modo tale da far ricadere la colpa sull’Ucraina e i suoi alleati.
La Casa Bianca è apparsa cauta davanti alle nuove informazioni: "Sull'incidente al Nord Stream ci sono tre inchieste in corso, ancora non si è arrivati ad una conclusione, aspettiamo la fine delle indagini", si è limitato a commentare il portavoce per la sicurezza nazionale americana, John Kirby.