Regno Unito, la sorella di Boris Johnson accusata di violare il lockdown

La sorella di Boris Johnson, Rachel, è finita al centro delle polemiche per non aver rispettato le regole del lockdown nel Regno Unito, uno dei Paesi più colpiti dall'epidemia di coronavirus e secondo solo agli Stati Uniti per numero di morti. Rachel Johnson, presentatrice radiofonica, starebbe trascorrendo il lockdown nella contea di Somerset e sarebbe autorizzata a recarsi a Londra solo per recarsi a lavoro presso gli studi della stazione LBC, dove è impiegata. Tuttavia, secondo la stampa britannica, si sarebbe fermata nella capitale più del dovuto, trascorrendo alcune notti nella sua abitazione di Notting Hill. Non solo, sarebbe stata anche vista a Londra per qualche partita di tennis.
"Nemmeno la stessa sorella di Boris Johnson sta più alle regole del premier", scrive il tabloid Mirror. Nonostante il governo britannico continui a vietare gli spostamenti verso le seconde case, la sorella del primo ministro inglese starebbe continuando a fare avanti e indietro tra la sua casa di campagna e l'appartamento londinese. Alcune foto delle presentatrice radiofonica a Londra, mentre gioca a tennis o passeggia, sono state pubblicate dalla stampa britannica alimentando le controversie già innescate dal caso Cummings.
La scorsa settimana, il consigliere e braccio destro di Boris Johnson, Dominic Cummings, è stato accusato di aver violato il lockdown, risultando inoltre positivo al Covid-19, a fine marzo, quando è stato visto con la famiglia a Durham, nel Nord-Est dell'Inghilterra. Risultato positivo pochi giorni dopo lo stesso premier, invece di mettersi in quarantena a Londra, dove si trovava, avrebbe viaggiato per 500 chilometri per raggiungere Duhram e isolarsi in casa dei propri genitori. Il consigliere britannico si è difeso affermando che si trattasse di una situazione di necessità, in quanto stava accompagnando il figlio di 4 anni dai nonni, in modo che se ne potessero prendere cura se lui e la moglie avessero iniziato a presentare dei sintomi. Anche Johnson ha preso le sue difese, ma nel Paese da più parti ne vengono richieste le dimissioni.