Quando finirà lo Shutdown in USA, l’esperto: “Vi spiego perché per Trump sarà una vittoria”

La fine dello Shutdown negli Stati Uniti sembra essere vicina. Dopo oltre un mese, in cui sono stati bloccati gli stipendi ai lavoratori federali provocando disagi in alcuni settori, come quello del trasporto aereo, a Washington si parla dalle scorse ore di un accordo tra democratici e repubblicani per porre fine al blocco cominciato il primo ottobre scorso dopo la mancata approvazione della legge di bilancio.
"Ma mai dire mai", ha detto Mattia Diletti, docente dell'Università La Sapienza Università di Roma ed esperto di politica americana, che ha spiegato a Fanpage.it quando e come potrà avvenire la fine dello Shutdown, che verrebbe considerato dal presidente Trump e dai suoi come una vittoria "che interrompe quel momento di unità quasi magica tra i dem che si era venuta a creare dopo la vittoria di Mamdani a sindaco di New York".
Prof Diletti, cosa serve per arrivare alla fine dello Shutdown?
"Partiamo dal presupposto che per arrivare alla fine dello Shutdown c'è bisogno che ci sia un accordo continuo tra i repubblicani e i democratici che hanno deciso di appoggiarli. Il motivo per cui i repubblicani non potevano mettere fino allo Shutdown è che al Senato si vota con una maggioranza qualificata di 60 e non con una maggioranza semplice. C'è proprio una tecnica, che chiamano filibustering, di ostruzionismo, che si usa in questi casi, che è concessa solo al Senato. Addirittura Trump aveva chiesto ai senatori repubblicani di cambiarne la regola, ma questi ultimi si sono opposti perché è uno strumento che può tornare utile quando si è all'opposizione.
Ebbene, gli 8 democratici che hanno rotto le fila del loro partito si sono messi d'accordo su alcuni punti con i repubblicani, tra cui il reintegro dei licenziati durante lo Shutdown, lo stanziamento degli stipendi arretrati e la promessa di discutere più in avanti il tema che riguarda la sanità, tema per cui era stata bloccata l'approvazione del bilancio federale, che però per il momento resta per l'appunto una promessa. Gli 8 dem che hanno deciso di superare lo Shutdown hanno così chiesto che il bilancio sia approvato fino a gennaio, per verificare che i repubblicani tengano fede a quanto detto".
Dunque, manca poco alla fine di quest'incubo per milioni di americani?
"Sembrerebbe che ci siamo, ma mai dire mai. Certo, mi sembrerebbe politicamente molto poco arguto da parte dei dem tornare indietro. Di solito, un accordo del genere lo si annuncia perché è definitivo. La cosa che ancora si deve valutare è quanto varranno le pressioni degli altri democratici, perché c'è un fuoco di fila contro quelli che si sono accordati molto forte. Per altro, nessuno degli 8 dem protagonisti dell'accordo con i repubblicani correrà alle elezioni del 2026, mentre gli altri ne hanno fatto un punto politico proprio in vista della futura campagna elettorale. L'unica cosa che possa farli tornare sui propri passi è una pressione molto forte all'interno del partito. Bernie Sanders addirittura ha definito questo accordo una catastrofe, per dare la misura di come sia stata accolta nel resto del partito".
La fine dello Shutdown può essere considerata una vittoria di Trump?
"Sicuramente, perché tra l'altro interrompe subito quel momento di unità quasi magica che si era venuta a creare nel partito democratico dopo la vittoria di Mamdani a sindaco di New York e delle due governatrici di Virginia e New Jersey. C'è stato tanto dibattito in Italia – a mio avviso superficiale – in cui si è voluto contrapporre un fronte moderato da quello più radicale all'interno del partito dem, che invece stava vivendo un momento di forte unità in vista delle elezioni del 2026. Unità trovata nel tema dell'affordability e del confronto forte con l'amministrazione repubblicana. Questo fronte ad oggi si è un po' spezzato. È una vittoria repubblicana anche perché Trump ha detto che una delle cause della sconfitta dei giorni scorsi dipendeva dallo Shutdown, perché effettivamente così dicevano i sondaggi. Ora potrebbe cambiare tutto".
Intanto i disagi per i cittadini continuano….
"Lo Shutdown si traduce in disagi crescenti per i cittadini, perché via via bisogna risparmiare sulla spesa federale e renderla meno onerosa, ma per fortuna cessano nel momento in cui finisce il blocco. C'è stato un progressivo aumento delle difficoltà in molti settori in una dimensione che non abbiamo mai visto finora perché questo è stato lo Shutdown più lungo della storia e non sappiamo che risultati avrebbe potuto avere se fosse continuato. Non ci sono state proteste di piazza, ma è stato molto significativo il voto in Virginia, dove nella parte Nord c'è un grosso numero di dipendenti federali che hanno voluto lanciare un messaggio ai repubblicani votando per la democratica Abigail Spanberger come governatrice. Ma se si continuasse così, non escludo che potrebbero esserci proteste più forti".