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Proteste pro-Palestina nelle università Usa, centinaia di arresti e irruzioni della polizia nei campus

Da settimane gli Usa stanno facendo i conti con le proteste degli studenti nei campus americani a sostegno dei civili palestinesi. Le manifestazioni, pur essendo pacifiche, sono state represse con irruzioni dei poliziotti nei campus e centinaia di arresti.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Continuano gli scontri tra polizia e studenti nei campus americani dove da settimane si tengono manifestazioni a favore della Palestina e dei civili di Gaza. Secondo quanto reso noto anche dai docenti, la polizia avrebbe fatto irruzione nel campus della Emory University, nei pressi di Atlanta, pur avendo indicazione di entrare "solo in caso di minaccia di lesioni personali o distruzione di proprietà".

Nulla di quanto stava accadendo nell'università americana, dove la polizia ha arrestato 28 persone che stavano manifestando. Tra gli arresti, 20 studenti del campus di Emory. Le proteste a favore della Palestina stanno toccando diverse università americane, diffondendosi a macchia d'olio in più di uno stato americano. Nell'università di Emory, però, studenti e insegnanti sono stati aggrediti anche con proiettili di gomma, pistole stordenti e perfino con sostanze urticanti.

George Washington University
George Washington University

Il governatore della Georgia contro i manifestanti

Nessuna delle persone arrestate, secondo quanto reso noto dalla comunità universitaria di Emory, avrebbe messo in pericolo l'incolumità di altri manifestanti, di docenti o dei poliziotti intervenuti. Eppure per il governatore della Georgia, Brian Kemp, il campus universitario in questione era stato reso "un rifugio sicuro per coloro che promuovono il terrorismo e l'estremismo, minacciando la sicurezza degli studenti".

Le proteste alla George Washington University
Le proteste alla George Washington University

Secondo testimoni che hanno raccontato quanto visto al Guardian, la polizia avrebbe fatto irruzione nella mattinata di giovedì nel campus di Emory, costringendo le persone in cortile a spostarsi. I poliziotti sarebbero arrivati all'interno del campus armati. La maggior parte delle persone arrestate sono state rilasciate poche ore dopo il fermo con accuse di reati minori quali resistenza a pubblico ufficiale.

"L'università dovrebbe essere un luogo di idee, dialogo e scambio di opinioni – ha dichiarato un insegnante fermato con i suoi studenti -. Tutto questo è crollato in poco tempo. Alcuni allievi non vogliono più accettare la laurea qui alla Emory e lo capisco perfettamente".

La riunione di emergenza dei docenti

I docenti hanno tenuto una riunione di emergenza alla quale hanno partecipato 250 insegnanti. Altri membri della facoltà sono intervenuti all'incontro, tra cui alcuni professori che hanno raccontato di aver cercato di mediare mentre gli studenti venivano arrestati. "Siamo stati allontanati dagli agenti con una pistola caricata con proiettili di gomma, ci è stata puntata in fronte" ha raccontato Lynne Huffer, docente di filisofia presente durante i fermi.

Le proteste si diffondono a macchia d'olio

Dopo i primi arresti di giovedì, il doppio degli studenti si è radunato nel cortile nel pomeriggio di venerdì. Un civile sopravvissuto alla Nakba del 1948, quando Israele cacciò centinaia di migliaia di palestinesi dalla propria terra, ha raccontato la propria esperienza agli studenti. Una folla di 500 persone, secondo quanto da lui raccontato. 

Le proteste universitarie sono generalmente pacifiche, come hanno spiegato i docenti. "La dichiarazione del governatore della Georgia – hanno sottolineato – non necessita purtroppo di chiarimenti".

Le repressioni violente da parte della polizia sono state definite dal consiglio di facoltà un "evento senza precedenti nella storia dell'Emory College". "Vorremmo vedere – hanno ribadito i docenti arrestati durante le proteste – un documento firmato dal preside che consenta le proteste e che affermi il rispetto per le voci dei palestinesi nel campus. Non sappiamo perché abbiano paura di queste manifestazioni".

Gli arresti si sono verificati anche in altri campus degli Usa, con la polizia che ha smantellato l'accampamento di diversi manifestanti pro-Palestina alla Northeastern University di Boston, portando via in manette 100 persone.

Secondo l'università, l'intervento si sarebbe reso necessario perché i manifestanti avrebbero lanciato "attacchi e insulti antisemiti".

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