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Pittore dilettante firma contratto con casa d’aste per cedere 16 opere, erano tutti falsi fatti da lui

Il caso in Spagna dove un tribunale locale ora ha condannato il sedicente collezionista d’arte e truffatore a quattro anni di carcere più svariate multe per un totale di oltre 100.000 euro per violazione della proprietà intellettuale.
A cura di Antonio Palma
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Spacciandosi come collezionista di opere d'arte di alto livello, un truffatore e pittore dilettante di 67 anni era riuscito a firmare un contratto con una casa d'aste spagnola per la vendita di ben 16 opere di grande valore che in realtà erano falsi che aveva realizzato lui.

L'uomo sarebbe riuscito nel suo intento se non fosse intervenuto un precedente suo cliente che aveva scoperto che in realtà l'opera acquistata era un falso e lo ha segnalato, facendo scattare gli ulteriori approfondimenti. In effetti dai controlli è emerso che quei 16 pezzi erano tutti falsi e quasi tutti realizzati dallo stesso uomo, più uno realizzato da un terzo operante per suo conto.

Il caso in Spagna dove un tribunale locale ora ha condannato il sedicente collezionista d'arte e truffatore a quattro anni di carcere più svariate multe per un totale di oltre 100.000 euro per violazione della proprietà intellettuale. Tra le opere che l'uomo intendeva vendere all'asta vi erano prezzi pregiati come sette opere del defunto scultore e incisore spagnolo Eduardo Chillida, una litografia di Munch , due Lichtenstein, quattro litografie di José Guerrero e una litografia di Saul Steinberg .

Tutti pezzi assolutamente falsi che l'uomo  aveva realizzato da solo “allo scopo di ottenere un indebito vantaggio economico e senza l'autorizzazione dei titolari dei diritti di proprietà intellettuale”, come recita la sentenza della prima sezione del tribunale provinciale di Madrid.

Dopo l'allarme lanciato dall'acquirente frodato, le opere in questione sono state fatte analizzare da esperti come il direttore del centro José Guerrero di Granada che al processo ha sottolineato come sia i materiali sia il tratto delle opere erano palesemente falsi.

Le accuse contro l'imputato sono state ulteriormente rafforzate dal fatto che le opere che voleva vendere tramite aste erano già state ritirate dalla vendita da un'altra casa d'aste dopo che lo stesso Centro Guerrero aveva sollevato dubbi sulla loro autenticità.

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