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Perché tra qualche giorno in Russia potrebbe non decollare più nemmeno un aereo

In Russia ci sono almeno 728 aerei stranieri forniti alle compagnie nazionali. Di questi, 515 sono in leasing da compagnie straniere. Con le sanzioni Europee, entro il 28 marzo le aziende estere dovranno recuperare i velivoli concessi al Paese.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Tra qualche giorno in Russia potrebbe non decollare più neppure un aereo. Il presidente Vladimir Putin ha firmato una legge che autorizza le compagnie aeree nazionali a far volare gli aeroplani esteri nei cieli del Paese. In Russia però  quasi 500 aerei usati dalle compagnie locali sono in realtà stranieri. Con le sanzioni e le vicendevoli chiusure degli spazi aerei, diverse società estere dovranno mettersi in pari con le misure adottate dall'Europa nei confronti della Russia. Il mese scorso, il business dei viaggi in aereo da e per il Paese ha subito una brusca battuta d'arresto a causa dell'interruzione di servizio di diverse compagnie occidentali. Diverse aziende, infatti, hanno dichiarato di non voler più fornire servizi al Paese e, di conseguenza, di non voler neppure procurare aerei alle compagnie nazionali.

A causa di provvedimenti del genere, le compagnie di bandiera si trovano costrette a mettere al riparo altri velivoli per continuare a decollare. La misura varata da Putin, in pratica, è un modo per assicurare alle compagnie russe aerei con i quali volare. Sul suolo nazionale vi sono almeno 728 aerei di costruzione occidentale. Di questi,  515 sono stati concessi da locatori stranieri. In base alle sanzioni imposte alla Russia dall'Unione Europea, i locatori europei avranno tempo fino al 28 marzo per il recupero dei velivoli.

Sta di fatto che almeno 471 aerei stranieri si troverebbero sparsi sul territorio russo e dunque, viste le restrizioni imposte anche dalle autorità locali all'Occidente, molti di questi velivoli sono praticamente in "ostaggio". Ne soffrono le società di leasing, il cui mercato con la Russia era particolarmente proficuo prima della guerra. Il più esposto in questo senso è il colosso irlandese AerCap, che conta ben 154 aerei bloccati in Russia. Il Cremlino consentirà ai Paesi esteri di fornire certificati di aeronavigabilità e di registrarli in Russia secondo Tass.

Nel caso in cui però entro il 28 marzo le compagnie straniere decidano di recuperare i velivoli in leasing concessi alla Russia prima dell'invasione, il Paese di Putin si troverebbe senza aerei disponibili per affrontare viaggi anche a livello nazionale. Già durante la scorsa settimana, Aeroflot e S7, due delle più grandi compagnie aeree russe, hanno smesso di volare a livello internazionale. Un intervento dei locatori stranieri significherebbe interrompere il flusso anche nei cieli della Russia.

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