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Pensionato spara e uccide moglie e familiari in USA: “Erano narcos”. In realtà volevano cacciarlo di casa

Patrick Waite, 77 anni, ha ucciso la moglie Alma Waite, 61 anni, e altri tre membri della sua famiglia, sostenendo che fossero affiliati a un noto cartello della droga.
A cura di Davide Falcioni
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Un uomo di 77 anni di Haubstadt, nello stato USA dell'Indiana – è stato arrestato con l'accusa di aver ucciso la moglie e due suoi parenti durante una lite scoppiata nella sua abitazione il 29 maggio scorso. Patrick Waite, questo il nome dell’uomo, ha ammesso di fronte alla polizia di aver aperto il fuoco contro la moglie Alma Waite, 61 anni, e altri tre membri della sua famiglia, sostenendo che fossero affiliati a un noto cartello della droga.

Secondo quanto riportato dall’emittente locale WFIE, Waite ha chiamato il 911 poco dopo la sparatoria e ha dichiarato: "Li ho uccisi tutti. Non ne sono affatto fiero". Le vittime, Alma Waite, Florida Tapia Garcia, 81 anni, e Fernando Tapia Ramirez Sr., 39 anni, sono state colpite alla testa. Un quarto membro della famiglia è sopravvissuto, nonostante le gravi ferite al petto e al collo. Un bambino ha assistito alla scena e si è nascosto insieme ad altri familiari per mettersi in salvo.

Stando alle dichiarazioni rilasciate alla polizia, la lite sarebbe esplosa a causa di una disputa sulla proprietà della casa di Waite. L’uomo avrebbe sparato alla moglie nella cucina della loro abitazione, dopo che lei lo aveva indotto a firmare un documento che di fatto lo escludeva dal possesso della casa in cui viveva da quasi trent’anni.

La coppia si era conosciuta online e si era sposata solo cinque mesi dopo l’inizio della convivenza, senza informare i figli di lui. Waite sostiene che la moglie lo abbia isolato dalla sua famiglia, arrivando perfino a bloccare i contatti con i suoi figli e nipoti, che avevano cercato di metterlo in guardia.

Secondo una denuncia presentata dai suoi avvocati, Alma Waite avrebbe fatto pressioni sul marito per trasferire la proprietà della casa alla sua famiglia. Il documento firmato da Waite il 1° aprile 2024 avrebbe invece rimosso il suo nome dall’atto di proprietà, trasferendolo alla figlia di Alma. Il giorno prima della tragedia, l’immobile era stato messo in vendita per contanti, apparentemente nel tentativo di impedire a Waite di rivendicare qualsiasi diritto sulla casa.

I legali dell’uomo sostengono inoltre che i figli della moglie avrebbero avuto comportamenti violenti e minacciosi, e che fossero coinvolti in attività criminali, inclusa l’appartenenza al cartello messicano di Sinaloa. Accuse che, al momento, non trovano conferma ufficiale.

Un giudice ha ordinato il blocco immediato della vendita della casa, mentre Waite resta detenuto con l'accusa di tre omicidi e un tentato omicidio. L’inchiesta è ancora in corso.

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