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Parroco litiga col senzatetto, lo colpisce con un’ascia e lo brucia vivo in strada: orrore in Polonia

Secondo quanto ricostruito, il sacerdote si era impegnato a fornire assistenza a vita al 68enne in cambio di una donazione immobiliare ma tra i due sarebbero nati contrasti sulla scelta dell’alloggio per il senzatetto. Durante una lite in auto, il prete ha accostato, lo ha colpito con un’ascia e gli ha dato fuoco in strada prima di scappare. La vittima è morta per le gravissime ustioni.
A cura di Antonio Palma
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Un uomo bruciato vivo in strada e accanto a lui una tanica di benzina e un'ascia insanguinata usata poco prima per colpirlo, è la scena dell'orrore che si sono trovati davanti polizia e soccorritori in Polonia, ma ancora più sconvolgente è la notizia che gli agenti, poco dopo, hanno arrestato il parroco di una vicina cittadina che ha confessato il delitto.

L'omicidio si è consumato nella serata di giovedì quando il sacerdote 60enne della parrocchia di Przypki ha litigato con la vittima 68enne mentre erano in auto insieme e lo ha colpito con un'ascia. Mentre l'uomo era ancora vivo, lo ha cosparso di benzina e gli ha dato fuoco abbandonandolo sul posto. L'allarme è scattato intorno alle 22 quando un passante si è imbattuto nell'uomo in fiamme nella stradina di campagna, notando poi anche un fuoristrada parcheggiato nelle vicinanze, che si è allontanato improvvisamente a tutta velocità a fari spenti.

Secondo quanto comunicato dalla polizia, i servizi di emergenza hanno trovato un uomo bruciato in mezzo alla strada. "I vigili del fuoco hanno iniziato a spegnere l'incendio, ma purtroppo l'uomo è morto sul posto con gravissime ustioni" si legge nel rapporto di polizia. Sulla scena del crimine sono state rinvenute diverse tracce, tra cui un contenitore con la sostanza infiammabile, una scarpa e una dentiera e infine un'ascia.

Le indagini in poco tempo hanno portato all'auto in fuga e al parroco che è stato arrestato ieri nei locali della canonica e, messo alle strette, ha confessato il brutale delitto. Secondo la portavoce della Procura Distrettuale di Radom, il sacerdote della parrocchia di Przypki si è dichiarato colpevole spiegando che il movente del crimine era un contratto di donazione immobiliare.

Secondo quanto ricostruito, il sacerdote si era impegnato a fornire assistenza a vita al 68enne in cambio della donazione immobiliare e a trovare un alloggio all'uomo, che non aveva una residenza permanente. Tra i due però sarebbero nati contrasti sulla scelta dell'alloggio per il senzatetto.

"Il prete ha confessato che stavano viaggiando su un'auto su una strada di campagna e stavano litigando. Quando la lite è degenerata, il sacerdote ha tirato fuori un'ascia e ha colpito l'amico alla testa. Poi gli ha dato fuoco mentre era ancora vivo ed è scappato" ha dichiarato il procuratore. "Secondo il medico legale, la morte dell'uomo è stata causata da ustioni sull'80% del corpo. La vittima ha anche riportato ferite alla testa causate da un'arma pesante e affilata, che potrebbero aver contribuito alla sua morte" ha affermato la portavoce della Procura.

Il fatto di sangue ha sconvolto la locale diocesi. "Non ho parole di conforto per voi oggi, né tantomeno una spiegazione o una giustificazione. Sono sconvolto dalla notizia che uno dei miei sacerdoti ha brutalmente assassinato un uomo, un povero senzatetto. Non ho risposta a nessuna domanda che inizi con la parola ‘perché? " si legge in una lettera ai fedeli dell'arcivescovo metropolita di Varsavia Adrian Galbas .

Nella missiva l'arcivescovo chiede perdono e assicura la sua piena collaborazione con le forze dell'ordine. Infine, assicura che saranno avviate "tutte le necessarie procedure canoniche" in relazione alla cacciata del parroco. "Come vescovo della Chiesa di Varsavia, mi sento moralmente responsabile di tutto ciò che accade in questa Chiesa, nel bene e nel male. Anche per questo terribile crimine. Vi chiedo scusa", ha concluso.

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