Ore di terrore a Kabul: attacco dei talebani in un hotel, 16 i morti

L’ultimo attacco dei talebani in Afghanistan è iniziato ieri sera, quando alle 23 ora locale (in Italia erano le 21), alcuni attentatori hanno preso di mira l’hotel “Spozhmai”, situato nella zona residenziale e turistica del lago Qargha, a 10 chilometri di distanza dalla capitale afghana Kabul, seminando il panico con lanciarazzi e mitragliatrici. Una ventina di persone che si trovavano nell’albergo sono state sequestrate dai talebani che hanno scelto proprio quell’obiettivo perché, così è apparso nella rivendicazione, teatro di “feste selvagge” (si servivano alcolici) e contrarie allo spirito dell’Islam. La zona presa di mira è una delle mete di divertimento di Kabul ed è frequentata, appunto, da molti funzionari governativi e uomini d’affari.
Per il Ministero dell'Interno afghano sono 16 i morti – Secondo la polizia erano in quel momento presenti nell’albergo dei civili che stavano festeggiando un matrimonio, nella successiva rivendicazione telefonica del portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, si assicura che l’obiettivo era “un gruppo di stranieri militari e diplomatici, invitati da un qualche alto responsabile amministrativo di Kabul”. Il bilancio delle vittime, nelle ultime ore, è salito da 13 a 16 persone: uno dei tre attentatori si è fatto esplodere uccidendo alcuni dei presenti, tra civili, militari talebani, guardie di sicurezza e poliziotti.
All’alba il blitz delle forze di sicurezza, liberi gli ostaggi – Nelle ore successive all’attacco, quando era ormai l’alba, è partito il blitz delle forze di sicurezza, definito inevitabile dal capo aggiunto della polizia di Kabul, Daoud Amin. Un blitz che non è scattato subito perché, come hanno annunciato le forze di sicurezza, la priorità era la salvezza delle persone fatte prigioniere: quando si è conclusa l’operazione, dopo un conflitto a fuoco con i talebani, i 18 ostaggi sono stati liberati. Da quanto emerge, molti degli ospiti dell’hotel afghano, durante l’attacco dei talebani, si sono gettate nel lago Qaegha pur di sfuggire all’assalto.