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Covid 19

Nuovo allarme Covid in Cina, il governo chiede di fare scorta di beni di prima necessità

Il governo cinese ha esortato i cittadini a fare scorta di beni di prima necessità mentre il Paese adotta misure sempre più severe per contenere i focolai di Covid. La direttiva non menziona una carenza di cibo o se le istruzioni siano motivate dal timore che le misure anti-contagio possano interrompere le catene di approvvigionamento o lasciare i cittadini senza cibo.
A cura di Susanna Picone
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Il Covid-19 fa di nuovo paura anche in Cina e ora il governo ha esortato i cittadini a fare scorta di beni di prima necessità e le autorità a prendere provvedimenti per garantire forniture alimentari adeguate. Il gigante asiatico sta adottando misure sempre più severe per contenere i nuovi focolai di Covid. La Cina ha mantenuto i numeri di infezione relativamente bassi attraverso una strategia Covid-zero con chiusure delle frontiere, blocchi mirati e lunghe quarantene e ora sta adottando misure ancora più stringenti per evitare una nuova ondata di contagi, soprattutto in vista delle Olimpiadi invernali di Pechino che iniziano il 4 febbraio. Nelle scorse ore è poi arrivato l’invito a fare scorta di beni di prima necessità: sul sito del ministero del Commercio è apparso un avviso in cui si chiede alle famiglie di conservare "una certa quantità di beni necessari per soddisfare la vita quotidiana e le emergenze". La direttiva comunque non fa riferimento a una eventuale carenza di cibo né menziona se le istruzioni siano motivate dal timore che le misure anti-contagio possano interrompere le catene di approvvigionamento o lasciare i cittadini senza cibo.

Covid in Cina, qual è la situazione

Nella Cina continentale ad oggi il numero totale dei contagiati attivi ammonta a 912, di cui 35 gravi. I nuovi casi positivi rilevati nelle ultime 24 ore sono 71, come annunciato dalla Commissione sanitaria nazionale. Di questi, 54 sono riferiti al contagio locale. Le autorità sanitarie hanno riferito di aver rilevato anche 13 casi asintomatici, tutti “importati" dall'estero, anche se Pechino non li conta come casi confermati a meno che non manifestino sintomi. La settimana scorsa a causa di un focolaio Covid è entrata in lockdown la città di Lanzhou, il capoluogo da 4 milioni di abitanti del Gansu. I residenti non possono uscire di casa se non in caso di emergenza.

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