78 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Nube radioattiva in Italia: gli effetti ambigui della paura del nucleare

La paura del nucleare in Italia e nel Mondo è concreta. Ma perché c’è un livello così alto di preoccupazione? Perché ci sono marce contro le centrali nucleari? Scopriamolo attraverso l’interessante tesi della dottoressa Patricia Farrell.
A cura di Biagio Chiariello
78 CONDIVISIONI
nucleare

L'11 marzo 2011 è una data che il Giappone non dimenticherà mai. Il terremoto di magnitudo 8,9 e il susseguente tsunami, ha prodotto effetti devastanti per il Paese del Sol Levante, a partire dal danneggiamento della centrale nucleare di Fukushima. Nonostante la dignità, il coraggio e la tenacia del popolo giapponese, i problemi dell'impianto sembrano tutt'altro che risolti. Nei giorni scorsi, a tal proposito, è stata più volte sollevata la questione degli effetti potenzialmente negativi della radioattività sull'uomo (nube radioattiva in Italia).

La menzione dell'incidente nucleare, l'acqua e gli alimenti contaminati, le manifestazioni contro il nucleare, hanno contributo ad accrescere il sentimento della paura nei cuori delle persone che vivono a centinaia o, addirittura, a migliaia di chilometri di distanza dal Giappone. Perché c'è un livello così alto di preoccupazione e di angoscia? Perché ci sono marce contro le centrali nucleari? E lo stoccaggio di elementi essenziali come il cibo e l'acqua e nell'ultimo periodo un ritorno in auge dei bunker antiatomici?

Potrebbe essere tutto spiegato attraverso cinque semplici "bisogni" che ognuno di noi possiede e che possono regolare la nostra vita e comportamenti. E' la dottoressa Patricia A. Farrell a sviluppare un'interessante tesi a tal proposito.

Nel 1954, lo psicologo Abraham Maslow ha elaborato il concetto di "Hierarchy of Needs": una teoria della motivazione basata su una gerarchia di bisogni. Egli suggerisce come è necessario compiere ogni singolo passo in questa "piramide dei bisogni" in modo tale da avanzare al livello successivo in maniera naturale. Il livello più alto è il luogo della realizzazione di sé, che porta ad accettare sé stessi in termini di capacità e ambizioni. Ci sono, naturalmente, pareri contraddittori in merito alla validità di questa teoria.

Dunque, quali sono i "bisogni" che potrebbero venirci in aiuto per spiegare le caratteristiche della crisi nucleare in Giappone, che è riecheggiata nei paesi di tutto il mondo? Diamo un'occhiata:

1. Bisogni fisiologici: la fame, la sete, il sesso

2. Bisogni di salvezza: sicurezza e libertà da attacchi sia fisici che psicologici

3. Bisogni di appartenenza sociale: il bisogno di interagire con gli altri e di appartenere in qualche modo a un gruppo o ad una unità sociale

4. L'autostima: le nostre convinzioni su noi stessi e la nostra reputazione

5. Auto-realizzazione: la capacità di concretizzare tutte le nostre potenzialità e di soddisfare le nostre capacità creative.

Contaminazioni nucleari d'ogni tipo possono metterci in allarme in relazione ai bisogni fondamentali (fame, sete e sesso). Se il nostro cibo o la nostra acqua o anche la disponibilità dei potenziali partner è in pericolo, allora noi siamo in pericolo. Anche se possiamo essere in grado di sopravvivere senza partner, dunque senza sesso, non possiamo sopravvivere senza cibo e acqua potabile, né lo possono i nostri figli. Se i nostri figli sono in pericolo, allora la nostra intera comunità è in pericolo e ciò riguarda direttamente il nostro bisogno di sicurezza e le esigenze di appartenenza sociale.

Può un pericolo nucleare o radioattivo minacciare la nostra autostima? Sì, può se ci troviamo in pericolo, al punto che non possiamo più intervenire per garantire la nostra sicurezza e quella di coloro che amiamo. L'impotenza di fronte ad un potenziale pericolo è uno dei modi che porta all'erosione dell'autostima e se l'autostima è intaccata, il risultato può essere l'ansia e la depressione.

Come possiamo pianificare il futuro e la realizzazione delle nostre ambizioni e bisogni se il nostro domani è messo in questione? Il quesito centra il cuore del problema se si considera il fatto che le notizie e le informazioni non danno quel conforto e quell'emancipazione dalla paura che l'individuo necessità in termini di energia nucleare, anche alla luce del prossimo referendum. Quindi, non vi è solo il problema di assolvere ai bisogni più semplici per mantenere un'integrità fisica, ma diventano altrettanto importanti bisogni psicologici e potenziali. Finché ci sarà confusione in merito ad una minaccia di questo tipo, esisterà sempre un potenziale di danno psicologico. La misura di tale trauma psicologico è sconosciuta per gli anni a venire e allora potrà essere difficile valutare le cause principale dell'ansia e della depressione.

78 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views