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Nove miliardi di dollari, così Johnson & Johnson prova a saldare le accuse sul talco “cancerogeno”

Il colosso farmaceutico propone un accordo da 8,9 miliardi di dollari per chiudere le cause legali che vanno avanti da anni secondo cui i suoi prodotti a base di polvere di talco causerebbero il cancro.
A cura di Biagio Chiariello
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Johnson & Johnson ha proposto di pagare 8,9 miliardi di dollari in 25 anni per saldare "tutte le affermazioni attuali e future" secondo cui il borotalco e altri suoi prodotti cosmetici a base di talco avrebbero causato il cancro.

Il colosso farmaceutico statunitense si è trovato ad affrontare circa 38.000 cause legali da parte di consumatori e di loro sopravvissuti, i quali sostengono che i suoi prodotti a base di talco hanno causato il cancro a causa della contaminazione con l'amianto. Nel 2019 era stata costretta a  richiamare una partita di polvere per bambini quando un campione è risultato positivo per una traccia del materiale cancerogeno.

L’azienda comunuue non ha mai ammesso illeciti, ma ha annunciato che smetterà di vendere la nota polvere per l'igiene dei bambini a base di talco a livello globale nel corso di quest'anno, dopo che il prodotto era stato già ritirato negli Stati Uniti e in Canada, e che l'ingrediente sarebbe stato sostituito con l'amido di mais.

Nell'ottobre del 2021, Johnson & Johnson ha creato una controllata, LTL Management, a cui ha ceduto le cause legate al talco e poi ne ha dichiarato la bancarotta, sospendendo le azioni legali.

Il deposito – come precisato in un comunicato ufficiale- non è un'ammissione di responsabilità e la società mantiene la sua posizione secondo cui i prodotti in polvere di talco sono sicuri.

"Continuiamo a credere che queste affermazioni siano pretestuose e prive di valore scientifico", ha dichiarato in una nota Erik Haas, vicepresidente del contenzioso di J&J.  Tuttavia "risolvere la questione nel modo più rapido ed efficiente possibile è nell'interesse dell'azienda e di tutte le parti", ha affermato il gruppo.

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