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Vaiolo delle scimmie in Italia ed Europa

New York chiede all’Oms di cambiare il nome al vaiolo delle scimmie: “È discriminatorio e razzista”

Ashwin Vasan, commissario alla salute di New York City, ha chiesto ufficialmente all’Organizzazione mondiale della Sanità di cambiare il nome al vaiolo delle scimmie perché razzista e discriminatorio: “È già successo con Aids e Covid”.
A cura di Ida Artiaco
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"Non chiamatelo più vaiolo delle scimmie". È questa la richiesta arrivata direttamente sul tavolo del direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, firmata da Ashwin Vasan, commissario alla salute di New York City dove nelle ultime ore i casi confermati di monkeypox sono arrivati a quota mille.

Come si legge nel documento che lo stesso Vasan ha poi ricondiviso sui propri canali social, questa "terminologia" è "radicata in una storia razzista e dolorosa per la comunità afroamericana", e il rischio è quello di generare atti discriminatori e razzisti.

Nella lettera, il commissario ha ricordato anche gli effetti negativi delle false informazioni che si diffusero quando comparve il virus dell'Aids e gli episodi di razzismo ai danni della comunità asiatica quando l'allora presidente americano Donald Trump bollò il Covid-19 come il "virus cinese. Continuare a usare il termine ‘vaiolo delle scimmie' per descrivere l'attuale epidemia può riaccendere questi sentimenti razzisti, specialmente contro i neri e altre persone di colore, così come contro i membri delle comunità Lgbtqia+", ha scritto.

Chiunque può contrarre il vaiolo delle scimmie, ma dalla sua comparsa in Europa e negli Stati Uniti, il virus si è diffuso soprattutto tra uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini.

Di un possibile cambio di nome al vaiolo delle scimmie si era cominciato a parlare già a metà giugno, ma poi non sono stati fatti passi in avanti.

New York è la città più colpita degli Stati Uniti dal virus finora, con 1.092 casi dall'inizio dell'epidemia, rappresentando circa un quarto di tutti quelli registrati nel Paese. Intanto, l'epidemia si diffonde in tutto il mondo: al momento ci sono oltre 16mila casi confermati in più di 70 paesi, al punto che proprio l'Oms sabato l'ha dichiarato una "emergenza sanitaria internazionale".

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