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Alexei Navalny condannato a 19 anni di reclusione in Russia: “Sentenza stalinista”

Alexei Navalny è stato condannato a 19 anni di carcere oggi al termine del processo per “estremismo” in Russia dove l’oppositore di Putin è agli arresti da più di due anni e mezzo.
A cura di Antonio Palma
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L'oppositore russo Alexei Navalny è stato condannato a 19 anni di carcere oggi al termine del processo per "estremismo". Lo riporta Novaya Gazeta Europa. Una sentenza che di fatto accoglie le richieste dell'accusa, che aveva chiesto 20 anni di reclusione, e che era largamente attesa dallo stesso Navalny. "Ci sarà una Sentenza stalinista con una pena semplice da calcolare: quello che ha chiesto il pubblico ministero meno il 10-15%" aveva detto infatti l'imputato prima della sentenza de processo considerato di chiara matrice politica.

Navalny è in carcere già da più di due anni e mezzo dopo che le autorità russe hanno bollato come "estremiste" sia la rete di suoi uffici in Russia sia la Fondazione Anticorruzione dell'oppositore che negli anni passati ha pesantemente criticato Putin. Su quest'accusa infatti si è basato il processo che si è chiuso oggi nella colonia penale di massima sicurezza di Melekhovo, 250 chilometri a Est di Mosca.

Navalny è stato arrestato nel gennaio del 2021, appena tornato in Russia da Berlino, dove era stato curato per un avvelenamento che ha fatto temere per la sua vita e per il quale i principali indiziati sono proprio i servizi segreti russi. "Pensate al motivo per cui è necessaria una condanna così evidentemente enorme. Il suo scopo principale è intimidire. Voi non me", ha scritto Navalny che sta già scontando undici e mezzo di carcere per altre accuse tra cui frode ma che sono giudicate come di matrice politica per impedirgli di fare opposizione.

Terza condanna per Navalny

Quella di oggi infatti è la terza pena detentiva inflitta a Navalny dopo che il suo movimento politico è stato messo fuori legge e dichiarato "estremista" dalle autorità russe. Si tratta però della pena più lunga mai avuta e che rischia di fargli finire il resto della sua vita in un cella di un carcere russo. Anche i suoi sostenitori sono stati rintracciati e arrestati a più riprese per aver sostenuto il suo movimento. L'oppositore nei pochi momenti in cui ha potuto parlare ha denunciato continui soprusi in carcere e di essere ripetutamente rinchiuso in un'angusta cella di punizione con dei pretesti.

Il 47enne Navalny è stato preso dopo aver organizzato una forte opposizione a Putin e proteste di piazza contro il presidente russo. Durante la sua attività  ha denunciato a più riprese lo stile di vita corrotto dei funzionari del Cremlino, attirandosi le accuse di tradimento dei vertici di Mosca. Navalny però ha proseguito la sua attività fino all'arresto e alla condanna. Anche dal carcere l'attivista però nei messaggi ha invitato i russi a resistere al Cremlino, affermando che lo scopo della nuova pena detentiva nei suoi confronti era di intimidire i cittadini e impedire loro di partecipare al dissenso contro il potere.

Ue: "Contro Navalny processo farsa"

"L'ultimo verdetto dell'ennesimo processo farsa contro Aleksey Navalny è inaccettabile. Questa condanna arbitraria è la risposta al suo coraggio di parlare criticamente contro il regime di Cremlino. Ribadisco l'appello dell'Ue per il rilascio immediato e incondizionato" è il commento a caldo presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Anche da Berlino il ministro degli Esteri Annalena Baerbock ribadisce che "l'arbitrario sistema giudiziario russo che rinchiude Navalny per altri 19 anni è una palese ingiustizia. Putin non teme nulla di più che l'opporsi alla guerra e alla corruzione in favore della democrazia, anche se avviene dalla cella di una prigione".

Amnesty International chiede l’immediata scarcerazione di Navalny

“Questa nuova sentenza ai danni di Aleksei Navalny è come se fosse una condanna all'ergastolo imposta furtivamente. È anche un atto sinistro di vendetta politica avente come obiettivo non solo Navalny, ma gli oppositori dello stato in tutto il paese. L'esito del farsesco processo odierno è solo l'ultimo esempio dell'oppressione sistematica della società civile russa, intensificatasi dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia lo scorso anno" ha dichiarato invece Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l'Europa orientale e l'Asia centrale, aggiungendo: "Esortiamo le autorità russe a porre fine all'ingiusta prigionia di Aleksei Navalny e a scarcerarlo immediatamente e incondizionatamente. Il mondo sta osservando cosa accade e noi continueremo a parlare fino a quando giustizia non sarà fatta e Navalny e tutte le altre persone ingiustamente imprigionate non avranno riacquistato la loro libertà".

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