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Myanmar, bimba di 7 anni uccisa da un proiettile mentre siede in braccio al padre

Si tratta della più giovane vittima della violenza delle forze armate birmane. Khin Myo Chit era in braccio a suo padre quando è stata sparata da un agente che è entrato in casa sfondando a calci la porta dell’abitazione. Ha interrogato suo padre, accusandolo poi di mentire sul numero di componenti della famiglia. Ha aperto il fuoco contro l’uomo, ma ha ucciso invece la piccola di 7 anni.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Una bimba di appena 7 anni è stata uccisa da un proiettile mentre era in braccio a suo padre. Avviene a Mandalay, in Myanmar, dove i militari hanno fatto irruzione in casa della piccola e hanno aperto il fuoco contro suo padre. Hanno invece colpito la bimba che si trovava tra le sue braccia. Khin Myo Chit è la vittima più giovane della repressione esercitata dalle forze militari birmane dopo il colpo di Stato che ha visto l'arresto della leader Aung San Suu Kyi. L'agente è entrato nell'abitazione per arrestare il fratello della bimba, di 19 anni, e suo padre. Sparando contro l'uomo ha però colpito la bimba, suscitando così l'ira del 19enne che è stato a sua volta aggredito e colpito in testa prima di essere arrestato.

Una storia terribile, che vede la deliberata uccisione di una bimba di appena sette anni durante un raid in un quartiere popolare abituato da civili che poco hanno a che fare con gli sconvolgimenti avvenuti nel paese. La famiglia, sorpresa nella propria abitazione nel quartiere di Aung Pin, ha avuto paura fin dal primo istante. I militari hanno buttato giù la porta a calci, poi hanno intimato a tutti i presenti in casa di sedersi. Hanno chiesto all'uomo in quanti fossero in casa, ma lo hanno poi accusato di mentire quando ha risposto che erano soltanto in sei. Hanno fatto una breve ispezione mentre tutto il nucleo familiare era seduto nella stessa stanza. Hanno nuovamente insistito dandogli del bugiardo e quando lui ha negato, gli agenti hanno sparato. Invece di colpire lui, hanno ucciso la bambina tra le sue braccia.

Subito dopo l'arresto del 19enne, aggredito con la pistola. "Non abbiamo potuto impedirgli di prenderlo" ha raccontato la sorella maggiore della piccola Khin Myo Chit alla stampa locale. Hanno provato a opporsi, pur scioccati da quanto avvenuto, ma gli agenti li hanno minacciati. "Volete che spariamo ancora?" hanno chiesto. Poi sono andati via, offrendosi prima di portare con loro il cadavere della piccola. Il padre si è rifiutato. Quando le forze armate sono andate via, la famiglia ha fatto l'ultimo disperato tentativo di portarla in ospedale. Per la piccola non c'è stato però nulla da fare

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