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Migliaia di inglesi denunciano Johnson & Johnson per il talco “a rischio cancro”: “Sapevano ma hanno taciuto”

Oltre 3.000 cittadini britannici hanno citato in giudizio Johnson & Johnson, accusandola di aver venduto per decenni borotalco contaminato da amianto e potenzialmente cancerogeno. L’azienda nega ogni illecito e difende la sicurezza dei suoi prodotti, ora ritirati dal mercato UK.
A cura di Davide Falcioni
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Una class action di proporzioni storiche è stata avviata nel Regno Unito contro Johnson & Johnson, il colosso farmaceutico statunitense accusato di aver venduto per decenni borotalco contaminato da amianto nonostante fosse consapevole dei rischi per la salute dei consumatori.

Secondo la denuncia, presentata dallo studio legale KP Law a nome di oltre 3mila persone, l’azienda avrebbe deliberatamente nascosto per anni la presenza di fibre cancerogene nei propri prodotti, in particolare nel celebre borotalco per bambini. I documenti interni citati – tra cui memo riservati e rapporti scientifici visionati dalla BBC – indicherebbero che J&J fosse a conoscenza del problema già dagli anni ’60.

La causa sostiene che i dirigenti dell’azienda abbiano discusso fin dagli anni ’70 della presenza di tremolite e actinolite, due minerali che, in forma fibrosa, rientrano nella categoria dell’amianto e sono collegati a tumori come il mesotelioma. Nonostante ciò, Johnson & Johnson avrebbe continuato a commercializzare il prodotto senza avvertenze in etichetta, scegliendo invece di presentarlo come simbolo di purezza e sicurezza attraverso campagne pubblicitarie aggressive.

Tra le prove a sostegno di questa tesi vi sono comunicazioni interne che parlano apertamente di mantenere "la questione riservata", e discussioni su brevetti per tecniche volte a rimuovere le fibre di amianto dal talco. L’azienda, tuttavia, nega ogni illecito e afferma che i propri prodotti "sono sempre stati conformi agli standard normativi, non contenevano amianto e non causano il cancro".

Il precedente negli Stati Uniti

L’azione britannica segue le orme di centinaia di cause già intentate negli Stati Uniti, dove J&J ha affrontato multe miliardarie e condanne, anche se in alcuni casi è riuscita a ottenere l’annullamento delle sentenze. All’inizio di ottobre, un tribunale del Connecticut ha condannato l’azienda a pagare 25 milioni di dollari a un uomo malato di mesotelioma, riconoscendo la negligenza nella vendita di prodotti contaminati.

Gli avvocati del Regno Unito stimano che i risarcimenti richiesti possano superare centinaia di milioni di sterline, rendendo questa la più grande causa per danni da prodotto nella storia britannica.

Perché nel talco potevano trovarsi tracce di amianto

Il talco è un minerale naturale che può trovarsi vicino a giacimenti di amianto, da cui può essere contaminato. Già dagli anni ’70, secondo l’accusa, J&J avrebbe cercato di influenzare gli standard di sicurezza della Food and Drug Administration (FDA) statunitense, chiedendo di abbassare la sensibilità dei test così da non rilevare piccole tracce di fibre cancerogene.

L’azienda nega anche questa versione, sostenendo che i documenti citati siano “interpretazioni errate di analisi teoriche” e ribadendo che la sicurezza del prodotto è stata confermata da test indipendenti e da autorità sanitarie di tutto il mondo.

Johnson & Johnson ha interrotto la vendita di borotalco contenente talco nel Regno Unito nel 2023, dopo averlo già ritirato dal mercato statunitense tre anni prima. La sua divisione di prodotti di consumo è oggi parte della nuova società Kenvue, che ha espresso “profonda vicinanza alle persone colpite dal cancro”, pur continuando a difendere la sicurezza del talco J&J.

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