Messico, trovati 17 cadaveri in una casa disabitata di Guanajuato, cuore della guerra tra narcos

Una macabra scoperta ha scosso la città di Irapuato, la seconda più popolosa dello stato di Guanajuato, nel cuore del Messico. In una casa abbandonata nella comunità di Rancho Nuevo del Llanito, le autorità hanno scoperto una fossa comune contenente i resti di diciassette persone. La notizia è stata confermata ieri sera con una nota ufficiale pubblicata dalla Procura Generale dello Stato sul suo account X.
Il rinvenimento dei corpi è avvenuto il 23 maggio scorso, quando gli investigatori hanno individuato 16 cadaveri in avanzato stato di decomposizione: si tratta di undici uomini, due donne e tre persone la cui identità e sesso restano ancora ignoti. Il giorno seguente, sabato 24 maggio, è stato trovato un diciassettesimo cadavere, insieme a un inquietante arsenale: cinque machete, due picconi e quattro pale.
"I corpi recuperati sono stati trasferiti ai laboratori medico-legali per essere sottoposti ad analisi forensi e a procedimenti di identificazione", ha dichiarato l’ufficio del procuratore.
Guanajuato si conferma, ancora una volta, come lo stato più violento del Messico con oltre 3.000 omicidi registrati nel 2024 – circa il 10% del totale nazionale – nonostante rappresenti solo il 4,5% della popolazione del Paese. E il 2025 sembra già seguire una simile traiettoria: secondo i dati ufficiali, da inizio anno sono stati registrati 1.260 omicidi e 3.658 denunce di persone scomparse.
L’episodio di Irapuato getta nuova luce sulla gravissima crisi di sicurezza e sul fenomeno delle fosse comuni, spesso riconducibili a guerre tra cartelli narcos, vendette incrociate e attività criminali radicate nel territorio. La regione è non a caso teatro di una feroce lotta tra due potenti cartelli della droga: il Cártel de Santa Rosa de Lima (CSRL) e il Cártel Jalisco Nueva Generación (CJNG).