Matrimoni gay celebrati anche nelle chiese. Il Regno Unito pensa alla svolta

Sì alle nozze omosessuali e sì alle loro celebrazioni nei luoghi di culto. Il governo britannico potrebbe molto presto aprire le porte di chiese, moschee, sinagoghe e via dicendo alle nozze tra persone dello stesso sesso. "Sono uno strenuo difensore dei matrimoni in Chiesa, e non voglio che gli omosessuali siano esclusi da una grande istituzione". Con questa motivazione, ieri, il premier conservatore David Cameron ha spiegato i contenuti della nuovo proposta di legge da sottoporre al vaglio del Parlamento la prossima settimana. Il test ha subito alcune variazioni rispetto alla sua versione originale che prevedeva il solo riconoscimento dei matrimoni gay (nel Regno Unito sono al momento possibili le unioni civili tra persone dello stesso sesso). Cameron ha poi sottolineando che "il voto in parlamento sarà assolutamente libero, ma personalmente lo sosterrò". Allo stesso tempo la legge, se approvata, "non obbligherà" i luoghi di culto che non lo vorranno a celebrare matrimoni gay.
I pro e i contro la proposta di Cameron – La proposta contrasta però con la volontà dei leader cattolici, col cardinale O’Brien che già nei mesi scorsi ha paragonato la legalizzazione delle nozze gay a quella dello schiavismo. L’arcivescovo e nunzio apostolico Antonio Mennini ha invece invocato una "sacra alleanza" tra i più tradizionalisti delle varie confessioni per fare pressione sul governo inglese contro i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Similmente, diversi parlamentari conservatori all'interno del partito dello stesso Cameron, da tempo schierati per "no". Al contrario, i Quaccheri, gli Unionisti e gli esponenti dell'ebraismo liberali hanno accolto con entusiasmo la possibilità di celebrare nozze omosessuali. Il provvedimento potrebbe diventare legge ed entrare in vigore dal 2014.