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Marine Le Pen andrà a processo, è accusata di appropriazione indebita di fondi europei

Marine Le Pen, leader del partito di estrema destra francese Rassemblement National e alleata di Matteo Salvini in Ue, è stata rinviata a giudizio. Insieme al suo partito e ad altre 26 persone, è accusata di appropriazione indebita di fondi pubblici del Parlamento europeo tra il 2004 e il 2016.
A cura di Luca Pons
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È arrivato il rinvio a giudizio per Marine Le Pen, leader del partito di estrema destra francese Rn (Rassemblement National) che nell'Unione europea è alleato della Lega di Matteo Salvini. Non a caso, Le Pen è stata l'ospite d'onore dell'ultimo raduno di Pontida. L'accusa è di appropriazione indebita di fondi pubblici. Si parla di soldi del Parlamento europeo, che Le Pen (insieme a Rn e ad altre 26 persone imputate) avrebbe utilizzato per pagare degli assistenti: nonostante figurassero come dipendenti dell'Europarlamento, avrebbero di fatto lavorato per il partito francese.

L'appropriazione indebita sarebbe avvenuta, secondo l'accusa, tra il 2004 e il 2016. In quel periodo Le Pen era parlamentare a Strasburgo, poi nel 2017 aveva lasciato l'istituzione europea per candidarsi come presidente francese per la prima volta (perdendo contro Emmanuel Macron) e fare la deputata a Parigi. Come detto, insieme a lei sono imputate altre 26 persone, tra cui il padre ed ex presidente del partito, il 95enne Jean-Marie Le Pen.

Il rischio che corre Le Pen, se dovesse essere condannata con il massimo della pena, è di una detenzione fino a dieci anni di carcere, sommata a una multa fino a un milione di euro e il divieto di essere eletta per le cariche pubbliche per dieci anni. Il verdetto non arriverà comunque in tempi brevi: l'udienza preliminare è già stata fissata per il 27 marzo 2024, ma il processo vero e proprio non partirà prima di ottobre dell'anno prossimo. Nel mezzo, si terranno le elezioni europee, a giugno.

Il Rassemblement National ha diffuso una nota ribadendo semplicemente che Marine Le Pen "non ha commesso alcuna infrazione o irregolarità", aggiungendo: "Contestiamo formalmente le accuse", il processo darà "l'opportunità di presentare le argomentazioni". L'ipotesi degli inquirenti, invece, è che abbia fatto passare alcuni propri assistenti come dipendenti del Parlamento europeo, facendoli pagare con soldi pubblici. Il regolamento, invece, prevede che se un dipendente viene pagato con fondi pubblici dell'Europarlamento lavori solamente su questioni parlamentari.

Le indagini erano iniziate sette anni fa, e la richiesta di rinvio a giudizio è arrivata a fine settembre di quest'anno. Nel tempo, l'attuale leader di Rn ha sempre negato le accuse. Nel 2018 è stata condannata da Tribunale dell'Unione europea a restituire circa 300mila euro al Parlamento europeo. A luglio di quest'anno lo ha fatto, anche se questa non era un'ammissione di colpa per quanto riguarda l'accusa di appropriazione indebita, come avevano sottolineato i suoi legali.

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