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Macron dice che l’Europa deve essere autonoma da Usa e Cina per diventare la terza potenza mondiale

La “autonomia strategica”, obiettivo dell’Europa nei prossimi dieci anni, passa da diversi aspetti: l’industria, il clima, l’unità politica, ma anche un impegno più forte nelle forniture militari. In un’intervista a Les Echos Emmanuel Macron ha indicato la direzione in cui l’Ue deve muoversi.
A cura di Luca Pons
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"L'autonomia strategica deve essere la battaglia dell'Europa. Per troppo tempo non l'ha costruita". Il presidente francese Emmanuel Macron, in un'intervista al giornale economico Les Echos, ha tracciato la linea sulle priorità dell'Unione europea nello scacchiere mondiale, nei prossimi anni. Macron, fortemente contestato nel Paese per la recente riforma delle pensioni, ha incontrato pochi giorni fa il presidente cinese Xi Jinping insieme alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Nell'intervista, il presidente francese ha puntato su un concetto specifico: l'autonomia strategica che l'Europa deve raggiungere, soprattutto per distaccarsi da Cina e Stati Uniti e avere un ruolo da terza superpotenza. L'autonomia strategica "significa presumere che abbiamo opinioni simili con gli Stati Uniti, ma che si tratti dell'Ucraina, del rapporto con la Cina o delle sanzioni, abbiamo una strategia europea", ha spiegato. Uno dei modi per raggiungere più in fretta questa autonomia è "un'accelerazione dell'economia di guerra europea".

In Ucraina l'Ue si è mostrata unita, ma non è ancora tempo di trattative

Proprio per quanto riguarda l'Ucraina, Macron ha ribadito che in Ucraina "oggi il momento è militare. Non è il momento delle trattative, anche se le prepariamo". Sui sospetti che la Cina assista Mosca, ha sottolineato: "Spetta alla Cina trarre le conseguenze dal fatto che il presidente Putin ha dispiegato armi nucleari in Bielorussia pochi giorni dopo essersi impegnato a non farlo". L'Ucraina "è una priorità per la diplomazia cinese? Forse no. Ma questo dialogo permette di mitigare i commenti che abbiamo sentito su una forma di compiacimento da parte della Cina nei confronti della Russia".

Anche tramite la gestione del conflitto in Ucraina "stiamo dimostrando alla Cina che siamo uniti, questo è il significato di questa visita congiunta con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Anche i cinesi sono preoccupati per la loro unità e Taiwan, dal loro punto di vista, ne è una componente. È importante capire come ragionano".

La questione di Taiwan è spesso legata a quella dell'Ucraina, con un grande Paese che reclama la sovranità territoriale su una regione confinante. "La domanda posta a noi europei è la seguente: abbiamo interesse ad accelerare il discorso su Taiwan? No", ha liquidato la questione Macron. "La cosa peggiore sarebbe pensare che noi europei dovremmo seguire l'esempio su questo argomento e adattarci al ritmo americano e a una reazione eccessiva cinese. Perché dovremmo andare al ritmo scelto dagli altri? Ad un certo punto, dobbiamo porci la questione del nostro interesse".

L'autonomia europea passa dall'industria delle armi

Negli ultimi anni, i Paesi europei sono riusciti a "instillare l'idea di una difesa europea, di un'Europa più unita che emette debito insieme al tempo del Covid. Cinque anni fa, l'autonomia strategica era una chimera. Oggi ne parlano tutti". Questo passa anche dall'industria: "Abbiamo iniziato a creare fabbriche per batterie, componenti a idrogeno ed elettronica. E ci siamo dotati di strumenti difensivi del tutto contrari all'ideologia europea solo tre o quattro anni fa!".

Per Macron, infatti, l'aspetto cruciale su cui puntare è quello delle forniture militari: "L'industria europea della difesa non soddisfa tutte le esigenze e rimane molto frammentata, il che porta alcuni Paesi a rivolgersi temporaneamente a fornitori americani o addirittura asiatici. Guardi i polacchi, che comprano in Corea. Di fronte a questa realtà, dobbiamo fare un passo avanti".

Resta il fatto che secondo il presidente francese "da un punto di vista dottrinale, giuridico e politico, non c'è mai stata una tale accelerazione dell'Europa come potenza. Abbiamo gettato le basi prima della crisi e durante la pandemia c'è stata un'enorme leva franco-tedesca, con progressi molto forti in termini di solidarietà finanziaria e di bilancio".

La competizione con gli Stati Uniti sull'energia green

Se da quando è iniziata l'invasione russa in Ucraina l'Unione europea è riuscita a diminuire la sua dipendenza da Mosca, soprattutto per quanto riguarda l'energia, è anche vero che questo ha portato a una maggiore dipendenza da Washington. "Abbiamo sicuramente aumentato la nostra dipendenza dagli Stati Uniti in campo energetico, ma in una logica di diversificazione perché eravamo troppo dipendenti dal gas russo. Questa diversificazione era necessaria".

La competizione con gli Stati Uniti viaggia anche sul binario dell'energia: con l'Inflation Reduction Act (o Ira), gli Stati Uniti hanno investito centinaia di miliardi di dollari nell'industria green. Macron ha sottolineato che però "l'Europa ha reagito e prima della fine del primo trimestre del 2023, in tre mesi, abbiamo avuto una risposta con tre testi europei. Avremo la nostra Ira europea. Agire con tale velocità è una piccola rivoluzione".

Anche in questo caso, "la chiave per una minore dipendenza dagli americani consiste innanzitutto nel rafforzare la nostra industria della difesa". Ma ci deve essere spazio anche per "accelerare la battaglia per il nucleare e le rinnovabili in Europa". Un tema, soprattutto quello del nucleare, caro a Parigi. "Il nostro continente non produce combustibili fossili. C'è una coerenza tra reindustrializzazione, clima e sovranità. È la stessa battaglia. Questa sarà la battaglia dei prossimi 10-15 anni", ha concluso il presidente francese.

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