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Lui la picchia per 40minuti e la pugnala, ma al processo lei lo difende: “È colpa mia”

Il 35enne bodybuilder Paul Bashi è stato ripreso da una telecamera mentre attacca senza motivo la sua ragazza in casa. Nonostante questo la donna in tribunale ha chiesto di respingere tutte le accuse contro di lui, spiegando che era stata colpa sua che lo aveva provocato.
A cura di A. P.
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È stata sottoposta ad una violenza brutale dall'uomo che avrebbe dovuto essere il suo fidanzato, picchiata a calci e pugni per oltre 40 minuti e infine pugnalata ripetutamente, ma al momento del processo a carico dell'aggressore lei ha chiesto ai giudici di annullate le accuse e scagionarlo, affermando che il pestaggio era colpa sua. È la storia di violenza domestica che vede protagonista la 22enne Kristina Perry, finita anche in coma farmacologico dopo l'aggressione,  e il 35enne Paul Bashi, arrestato dalle autorità di polizia della contea di Macomb, nello stato del Michigan. L'intera scena del pestaggio è sta ripresa in un video registrato dalla telecamera di sorveglianza ed è costato all'uomo l'arresto con la pesante accusa di tentato omicidio.

Secondo gli investigatori, tutto sarebbe iniziato per una assurda gelosia da parte dell'uomo. Nel filmato girato nella casa presa in affitto dall'uomo, infatti, si vede che Bashi guarda il cellulare della sua ragazza lasciato in stanza. Quando qualche istante dopo la 22enne entra dalla porta lui l'ha aggredisce immediatamente senza neanche parlarle. Il 35enne corre verso di lei e inizia ad attaccarla a calci e pugni poi le getta addosso qualsiasi oggetti gli capiti a tiro infine l'ha accoltella. Gli investigatori dicono che Perry è stata preso a calci più di 100 volte e pugnalato ripetutamente con più coltelli. Il video mostra anche che Bashi, sempre i mutande, lascia la stanza più volte per prendere latri oggetti e altri coltelli.

A fermare l'uomo solo l'intervento dei vicini che hanno chiamato i soccorsi. La 22enne è sta portata in ospedale dove ha trascorso diversi giorni in coma farmacologico. Anche se è stata picchiata ed è stata a pochi passi dalla morte, Perry non voleva vedere il suo fidanzato andare in prigione e dopo la sua guarigione, di è presentata sul banco dei testimoni durante il processo e ha chiesto ai pubblici ministeri di respingere tutte le accuse. "Purtroppo non è un novità che le vittime per paura o altro si tirino indietro ma per fortuna, per quanto sia orribile, in questo caso abbiamo un video di quanto accaduto e andremo avanti" ha spiegato il procuratore

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