Dopo le notizie che si susseguono da diverse settimane sui combattimenti a Bani Walid e Sirte, nella giornata del 17 ottobre il Consiglio Nazionale di Transizione (CNT) libico ha innalzato la sua bandiera nella città di Bani Walid. L'innalzamento della bandiera a Bani Walid, una delle ultime roccaforti dei lealisti, fedeli al colonnello Gheddafi è una delle notizie più importanti delle ultime settimane. La presa della città, per il momento, non è totale: i ribelli controllerebbero il 90% della città, ma dopo sei settimane di assedio l'esplosione di gioia dei ribelli è stata grande. I ribelli hanno anche liberato tante famiglie che senza acqua nè cibo erano da tempo intrappolate nelle loro case a causa dei combattimenti.

Per ora la città che si trova a 170km da Tripoli, è totalmente "invasa" di ribelli che esultano sparando in aria e gridando "Allahu Akbar" e posizionando la nuova bandiera della Libia su moschee ed edifici civili. Inoltre, anche se non ci sono conferme ufficiali, alcuni combattenti hanno parlato dell'arresto di alcuni lealisti del colonnello Gheddafi, ma la notizia non è certa e nessuno conosce il numero preciso dei detenuti fedeli all'ex rais. Le forze della Nato avevano diminuito i raid aerei in Libia, la cui popolazione è ormai stremata.

Confermata la morte del figlio dell'ex rais, Khamis Gheddafi

Termina anche la vicenda sulle continue smentite e conferme sulla morte di Khamis Gheddafi: dalla tv siriana Ar-Rai, da sempre molto vicina all'ex rais, ha resa nota la notizia definitiva della sua morte. Nella giornata del 17 ottobre sugli schermi della tv siriana è infatti stata trasmessa una foto di Khamis Gheddafi con una voce che annunciava la sua morte il 29 agosto scorso, durante uno scontro a fuoco tra ribelli e lealisti del colonnello a sud di Tripoli. Khamis Gheddafi era a capo di un'unità di forze libiche che difendeva il regime del padre Muammar. Sempre secondo la tv siriana, nello stesso combattimento sarbbe morto anche Abdallah al Senussi, ex capo dell'intelligence di Gheddafi.