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Liberata dopo 4 anni si mostra senza velo, arrestata di nuovo l’attivista iraniana Sepideh Qoliyan

L’attivista iraniana è stata nuovamente arrestata a poche ore dalla sua scarcerazione avvenuta mercoledì. In un video indossava un vestito tradizionale ma senza velo e pronunciava alcuni slogan contro la Guida Suprema Ali Khamenei.
A cura di Antonio Palma
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I 4 anni di carcere a cui è stata sottoposta dal regime iraniano non hanno scalfito la forza di volontà di Sepideh Qoliyan, l’attivista iraniana osteggiata da Teheran per le sue proteste pubbliche nel Paese.

Appena scarcerata, infatti, si è presentata in pubblico non solo senza velo, che è obbligatorio in pubblico per le donne nella Repubblica islamica, ma si è sciolta anche i capelli pubblicamente in una nuova forma di protesta che da tempo oramai accomuna le donne del Paese. Un gesto simbolico ma dal forte impatto mediatico come dimostra l'arresto da parte della polizia iraniana poche ore dopo.

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L'attivista iraniana infatti è stata nuovamente arrestata a poche ore dalla sua scarcerazione avvenuta mercoledì. Lo ha reso Iran International, canale televisivo in lingua persiana con sede all'estero. Secondo l'emittente, agenti delle forze di sicurezza in borghese hanno fermato in strada l’auto su cui si trovava l’attivista e l’hanno portata via.

Poche ore prima Sepideh Qoliyan aveva annunciato la sua liberazione in un video in cui indossa un vestito tradizionale ma senza velo e pronunciando alcuni slogan contro la Guida Suprema Ali Khamenei. "Questa volta sono uscita con la speranza di vedere la libertà in Iran, sperando nella liberazione di tutti i prigionieri politici, soprattutto delle donne” aveva scritto poi sui social.

L’attivista 28enne Sepideh Gholian era stata arrestata una prima volta nel 2018 in seguito a una protesta sindacale a cui aveva partecipato come giornalista. Rilasciata su cauzione dopo qualche mese, nel gennaio 2019 era stata di nuovo arrestata e condannata a cinque anni per crimini “contro la sicurezza nazionale”.  Dal carcere aveva cercato di denunciato ripetutamente, attraverso lettere e messaggi, gli abusi a cui sono soggetti i prigionieri politici in Iran e in particolare le donne.

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