“Le sue mani erano nei miei pantaloni”. Vittima di stupro, esclusa dal risarcimento: era su un aereo straniero

Una giovane donna britannica, indicata solo come ‘Kelly' per proteggere la sua identità, si trova al centro di una vicenda che ha acceso il dibattito sulle lacune nel sistema di risarcimento per le vittime di violenza sessuale. Lo scorso settembre, Kelly si era appisolata su un volo Qatar Airways diretto da Doha a Londra quando è stata aggredita da Momade Jussab, un uomo di 66 anni residente a Feltham. All’arrivo a Gatwick, Jussab è stato arrestato e, a maggio, la Corte di Lewes lo ha condannato a sei anni e mezzo di carcere per aggressione sessuale con penetrazione e due ulteriori accuse di aggressione sessuale.
Durante il processo, Kelly ha raccontato i momenti drammatici vissuti: "Le sue mani erano dentro i miei pantaloni e io gli ho detto: ‘Cosa stai facendo?' Ma lui continuava. Ho cercato di spingerlo via, di urlare, ma ero paralizzata dalla paura". La sua testimonianza ha reso chiara la gravità dell’aggressione e il trauma che ne è derivato, evidenziando quanto sia stato difficile affrontare quell’esperienza mentre era confinata in un aereo.
Nonostante la gravità del crimine e il fatto che sia stato indagato e perseguito dalle autorità britanniche, a Kelly è stato negato il risarcimento previsto dal Criminal Injuries Compensation Scheme (CICS). La ragione: l’aggressione è avvenuta su un aereo registrato all’estero, escludendola dalle tutele previste dal programma. Questa esclusione ha suscitato indignazione e ha portato il suo studio legale, Leigh Day, a scrivere al Segretario alla Giustizia Shabana Mahmood, chiedendo una revisione urgente delle regole.
Kelly ha espresso la sua frustrazione: "Non capisco perché io e altre vittime come me siamo state escluse dal CICS. Sono stata aggredita durante un volo diretto nel Regno Unito, sono cittadina britannica e il crimine è stato perseguito dalle autorità del mio Paese. L’esclusione dal programma è ingiusta e illogica. Sto ancora soffrendo per le conseguenze dell’aggressione e voglio poter andare avanti con la mia vita".
Secondo il Civil Aviation Act, aggiornato nel 1996, i reati commessi su aerei stranieri in arrivo nel Regno Unito possono essere perseguiti dai tribunali britannici. Tuttavia, le regole del CICS non sono state aggiornate per riflettere questa possibilità, creando una evidente discrepanza. Claire Powell, avvocato di Leigh Day, ha spiegato: "La nostra cliente ha subito un’aggressione sessuale orribile su un volo diretto nel Regno Unito. Le è stato negato il risarcimento solo perché il volo era straniero, nonostante le modifiche del Civil Aviation Act rendano perseguibile questo tipo di reati. È una lacuna che va colmata con urgenza, soprattutto alla luce dell’impegno del governo nella lotta alla violenza contro donne e ragazze".
Dal canto suo, il Ministero della Giustizia ha espresso vicinanza alla vittima, sottolineando che le regole del CICS e i criteri di risarcimento sono stabiliti dal Parlamento, ma ricordando che "altri percorsi sono disponibili per consentire alle vittime di ricevere supporto". Nonostante queste rassicurazioni, il caso di Kelly mette in luce un vuoto legislativo che lascia senza tutela chi subisce violenze in circostanze simili, alimentando la frustrazione di molte vittime che si sentono ignorate dal sistema.