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Le restrizioni anti-Covid sono illegittime: cosa dice la sentenza di un tribunale del Belgio

Il Tribunale di Bruxelles, in Belgio, ha ordinato allo Stato di porre fine, entro 30 giorni, alle misure restrittive delle libertà personali adottate con un decreto del 6 febbraio per far fronte all’emergenza Covid pena il pagamento di una sanzione di 5mila euro al giorno fino a un massimo di 200mila euro.
A cura di Davide Falcioni
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Con una sentenza pronunciata ieri il Tribunale di Bruxelles, in Belgio, ha ordinato allo Stato di porre fine, entro 30 giorni, alle misure restrittive delle libertà personali adottate per far fronte all'emergenza Covid pena il pagamento di una sanzione di 5mila euro al giorno fino a un massimo di 200mila euro. Come rivela il quotidiano Le Soir a sporgere denuncia nei confronti del Governo è stata la Ligue des droits humains (la Lega dei diritti umani, ndr), organizzazione senza scopo di lucro con 120 anni di storia alle spalle e da sempre impegnata nella tutela dei diritti fondamentali dei cittadini.

Nel mirino degli attivisti della Ligue, in particolar modo, è finito il decreto approvato dal governo belga il 6 febbraio scorso che prorogava le restrizioni anti Covid fino al 6 aprile, senza però aver dato un'opportuna comunicazione pubblica al riguardo. Secondo i ricorrenti sarebbero state adottate misure "in violazione delle norme costituzionali" e nessuna delle tre leggi invocate dal governo per limitare le libertà dei cittadini, ha sostenuto la Lega dei diritti umani Audrey Despontin e Audrey Lackner, può realmente rappresentare una base legale per il contestato decreto. Tale atto, secondo la Ligue, "viola il principio di sussidiarietà del diritto penale, l'obbligo di consultare il Consiglio di Stato e il principio di certezza del diritto". Secondo gli attivisti per i diritti umani lo Stato belga "si è astenuto dal legiferare quando sapeva che il decreto ministeriale era illegale". Secondo tribunale di primo grado di Bruxelles, le misure restrittive delle libertà costituzionali e dei diritti umani emanate dal decreto ministeriale del 28 ottobre 2020 e dai suoi successivi decreti, "non appaiano fondate su una sufficiente normativa".

Appare ora scontato un ricorso da pare dello Stato. Nel frattempo, comunque, la sanzione di 5mila euro dovrà essere pagata fino a un massimo di 200mila euro "in considerazione delle complesse circostanze legate alla crisi sanitaria e senza metterle in discussione".

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