La tempesta tropicale Melissa devasta i Caraibi: tre morti ad Haiti, allerta uragano in Giamaica

La tempesta tropicale Melissa sta flagellando il Mar dei Caraibi con una violenza crescente, scatenando piogge torrenziali, frane e venti che già superano i 100 km/h. Nata nei bacini centrali del mare caraibico, la tredicesima tempesta della stagione atlantica si muove lentamente verso nord-ovest, alimentandosi del calore oceanico e accumulando energia.
Secondo gli ultimi bollettini del National Hurricane Center (NHC) degli Stati Uniti, il sistema potrebbe trasformarsi in un uragano di grande potenza entro le prossime 48 ore, raggiungendo la categoria 4 sulla scala Saffir-Simpson con venti oltre i 210 km/h.
Haiti in ginocchio: tre morti e villaggi isolati
La situazione più grave si registra ad Haiti, dove Melissa ha già provocato almeno tre vittime. Due persone sono morte e un’altra è rimasta ferita in seguito a una frana nella parte occidentale dell’isola, mentre un anziano è deceduto dopo la caduta di un albero durante i violenti temporali. Le piogge incessanti hanno inondato interi villaggi, distrutto ponti e isolato più di venti comunità rurali. Oltre 500mila persone sono rimaste senza acqua potabile a causa dei danni ai sistemi idrici.
Le autorità locali temono che il bilancio possa aggravarsi nelle prossime ore. Il terreno, già fragile e soggetto a erosione, rende Haiti estremamente vulnerabile alle frane anche con precipitazioni moderate. Ora, con accumuli stimati fino a 900 millimetri nella penisola di Tiburon, il rischio di crolli e smottamenti “è potenzialmente catastrofico”, come ha dichiarato Jamie Rhome, vicedirettore del NHC.
Giamaica in stato d’allerta: rifugi e aeroporti pronti alla chiusura
A poche centinaia di chilometri, la Giamaica si prepara al peggio. Il centro della tempesta si trova a circa 290 chilometri a sud-est di Kingston e dovrebbe passare sopra o vicino all’isola all’inizio della prossima settimana. Le autorità hanno dichiarato lo stato d’allerta uragano e predisposto la chiusura di tutti gli aeroporti entro 24 ore se l’allerta dovesse trasformarsi in emergenza.
Il primo ministro Andrew Holness ha rivolto un appello urgente alla popolazione: “Invito tutti i giamaicani a prendere questa minaccia meteo molto sul serio”. Il governo ha aperto oltre 650 rifugi di emergenza e rifornito i magazzini centrali con migliaia di pacchi alimentari pronti per una distribuzione immediata.
Le previsioni indicano piogge fino a 600 millimetri e venti in aumento per tutto il fine settimana. Le autorità raccomandano ai cittadini di evitare spostamenti non necessari e di seguire gli aggiornamenti ufficiali.
Repubblica Dominicana e Cuba sotto minaccia
Nella vicina Repubblica Dominicana, Melissa ha già causato una vittima e un disperso. Le piogge torrenziali hanno danneggiato quasi 200 abitazioni e reso impraticabili numerose strade. Le scuole sono state chiuse e i porti minori messi in stato di emergenza. In alcune aree montuose si sono registrati accumuli tra 200 e 350 millimetri di pioggia, con picchi superiori nei rilievi centrali.
Il centro della tempesta dovrebbe poi dirigersi verso la parte orientale di Cuba entro mercoledì, dove si attendono precipitazioni fino a 300 millimetri in alcune regioni e venti di intensità uragano. Anche le Bahamas, le isole Turks e Caicos e il canale dello Yucatán sono in stato di allerta: il Bahamas Meteorology Department prevede condizioni da tempesta tropicale o uragano all’inizio della prossima settimana.
L’evoluzione di Melissa e una stagione record per le tempeste
Melissa è la tredicesima tempesta nominata della stagione atlantica 2025, che va dal 1° giugno al 30 novembre. La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) aveva previsto un’attività superiore alla media, stimando tra 13 e 18 sistemi tropicali a causa del riscaldamento anomalo dell’Atlantico e delle condizioni di La Niña, che favoriscono lo sviluppo di cicloni intensi.
La traiettoria di Melissa resta incerta, ma gli esperti non escludono che possa continuare a rafforzarsi attraversando i Caraibi settentrionali e dirigendosi poi verso le Bahamas e le coste meridionali degli Stati Uniti. Il suo movimento lento, appena 6 km/h, aumenta il rischio di piogge persistenti e devastanti alluvioni, soprattutto nelle zone montuose e costiere.
“Se dovessero davvero cadere le quantità di pioggia previste, si tratterebbe di inondazioni potenzialmente catastrofiche”, ha ribadito Rhome. Le autorità dei Paesi colpiti invitano alla massima prudenza e a seguire scrupolosamente le istruzioni di evacuazione.