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La Russia aggira le sanzioni sul petrolio grazie a una raffineria in Italia: l’inchiesta del WSJ

Secondo un video pubblicato in esclusiva dal Wall Street Journal, la Russia starebbe aggirando le sanzioni imposte dagli Stati Uniti utilizzando una raffineria di proprietà del secondo gigante del gas e del petrolio russo Lukoil, a Priolo, in provincia di Siracusa. Da marzo sarebbero stati esportati quasi 5 milioni di barili di prodotti petroliferi negli Usa.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine di repertorio (David McNew/Getty Images).
Immagine di repertorio (David McNew/Getty Images).
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La Russia starebbe aggirando le sanzioni imposte dagli Stati Uniti utilizzando una raffineria di proprietà del secondo gigante del gas e del petrolio russo Lukoil, in Italia. Precisamente, a Priolo, in provincia di Siracusa, in Sicilia, che, gestita da Isab, è la seconda più grande nel nostro Paese e la quinta in Europa.

Dall'Isola, secondo quanto scrive il Wall Street Journal, che ha lanciato questa indiscrezione in un video, dopo aver tracciato e ricostruito tramite immagini satellitari le rotte delle navi che arrivano a Siracusa, benzina e altri prodotti petroliferi raffinati russi arriverebbero fino al Texas e nel New Jersey.

"Il petrolio russo sta alimentando le auto americane attraverso la scappatoia delle sanzioni", scrive il Wsj, secondo il quale la raffineria di Lukoil in Sicilia utilizza fino al 93% di greggio russo per produrre benzina che invia negli Stati Uniti, senza violare ufficialmente le sanzioni in vigore dallo scorso febbraio, da quando cioè Mosca ha invaso l'Ucraina. Tutto il petrolio arriva dai porti russi, soprattutto da Primorsk.

Perché? In Sicilia il petrolio russo viene raffinato, un processo che lo fa diventare "italiano", secondo una prassi consolidata che permette al greggio di cambiare in base al luogo dove viene raffinato, cioè dopo che ha subito "una trasformazione sostanziale" in un altro Paese.

Dal marzo di quest’anno la raffineria di Priolo ha esportato quasi 5 milioni di barili di prodotti petroliferi negli Stati Uniti, di cui 2,5 milioni di barili di benzina. Il Wall Street Journal ha tracciato petroliere che hanno consegnato i prodotti raffinati provenienti dalla Sicilia a sette diversi compratori in 13 diverse location, incluso i terminali di Exxon vicino a Huston e in New Jersey.

Ma dal prossimo 5 dicembre anche nell'Ue, come negli Usa, scatterà l'embargo sul petrolio russo, per cui anche i gruppi in Italia, come nel resto dei Paesi membri, non potranno più continuare a comprare il greggio russo senza problemi. Per cui la raffineria di Priolo potrebbe anche chiudere, con tutte le conseguenze economiche e di occupazione del caso.

Lukoil, comunque, non ha risposto alle molteplici richieste da parte del giornale. La testata ha tentato di contattare anche il dipartimento del Tesoro degli Usa, deputato a supervisionare l’attuazione della sanzioni a Mosca, ma non ha ancora ricevuto chiarimenti.

Sulla questione è però intervenuta Confindustria. "Non ci sono le condizioni per dire che ci sia un'elusione perché non c'è alcun divieto di esportare prodotti che derivano dal petrolio russo. L'embargo scatterà comunque il 5 dicembre per la Comunità europea", ha detto il presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, aggiungendo: "Mi sembra che il Wsj faccia riferimento ad una falla nel sistema di controllo degli Stati Uniti avendo loro già l'embargo per i prodotti russi. Non mi sembra si possa contestare nulla a Isab. Non ci sono sanzioni che impongono ad Isab di operare in maniera diversa. Dal 5 dicembre, quando scatteranno le sanzioni per l'Italia, allora l'Isab potrà utilizzare il greggio proveniente da altri Paesi. Ma ricordiamoci che dobbiamo agire adesso, perché ci sono dei tempi commerciali da rispettare, altrimenti non ci sarà greggio da raffinare".

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