La resa di Macron: “Non sono riuscito a unire la Francia”
Alla fine il presidente francese, Emmanuel Macron, si deve arrendere. E deve ammettere di aver fallito in un obiettivo primario durante questa emergenza sanitaria causata dal Coronavirus: “Non sono riuscito a unire il Paese”, afferma in conferenza stampa in occasione del 14 luglio. Una confessione per cui ammette anche di “comprendere” chi, nel Paese, lo detesta a causa anche di una “crisi di fiducia”. Ma Macron prova comunque a difendersi: “Ho fatto quello che avevo promesso. Il metodo utilizzato ha permesso di fare riforme che sembravano impossibili. Sono state fatte e sono necessarie. Ci hanno dato credibilità internazionale”.
La Francia e l'emergenza Coronavirus
Ma non è bastato: Macron non è riuscito a conquistare la fiducia del Paese, come ha ammesso lui stesso. Neanche con l’emergenza Coronavirus, durante la quale “la Francia non è stata certo la peggiore se si esaminano le cifre”. A proposito dell’emergenza sanitaria, il presidente francese sottolinea che l’emergenza non è finita e che le mascherine saranno obbligatorie nei luoghi pubblici chiusi dal primo agosto. In caso di seconda ondata, però, Macron si dice certo che la Francia “sarà pronta”. Per quanto riguarda la scuola, il presidente sostiene che a settembre ci sarà un rientro quasi normale, nel caso in cui non ci sia un’impennata dei contagi ad agosto.
Il piano di rilancio economico di Macron
Ora la Francia si deve rilanciare, anche con il nuovo premier Jean Castex, con cui avviare “un nuovo percorso”, anche se “la rotta resta la stessa”, ma da seguire, ora, “attraverso il dialogo sociale e la fiducia dei cittadini”. La sfida è anche quella dell’occupazione, con la previsione di un netto aumento della disoccupazione e l’idea di un “dispositivo eccezionale di esonero dagli oneri per chi assume giovane”. Per quanto riguarda il rilancio dell’economia francese, Macron annuncia un investimento da almeno altri cento miliardi di euro, oltre ai 460 già mobilitati: “Con questo piano di rilancio mettiamo 100 miliardi per la ripresa industriale, ecologica, locale, culturale ed educativa”.