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Usa, il pasticcio della lettera che annuncia ritiro dall’Iraq: “Era una bozza, inviata per errore”

Il comandante delle forze Usa in Iraq, il generale William H. Seely annuncia un “riposizionamento” delle truppe della coalizione “in vista di un ritiro” dal Paese nel rispetto di una “decisione sovrana”, dopo la risoluzione del Parlamento iracheno che ha chiesto di porre fine alla presenza di militari stranieri nel Paese.
A cura di Annalisa Girardi
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Il Parlamento iracheno ha chiesto il ritiro dal Paese di tutte le truppe straniere presenti. La risoluzione è arrivata dopo l'approvazione della mozione voluta dal premier Adil Abdul Mahdi, annunciata nel corso della riunione di emergenza in cui ha anche riferito la notizia del raid statunitense in cui ha perso la vita il generale iraniano Qassem Soleimani. Il comandante delle forze Usa in Iraq, il generale William H. Seely ha quindi annunciato un "riposizionamento" delle forze della coalizione "in vista di un ritiro" dal Paese nel rispetto di una "decisione sovrana". Ma subito le sue parole sono state smentite da un altro generale americano, che ha spiegato che la lettera in questione non era altro che una bozza non firmata e che non avrebbe mai dovuto essere inviata.

Si trattava, affermano fonti militari, di una bozza mal formulata che doveva sottolineare l'aumento dei movimenti delle truppe. Il capo del comando interforze Mark Milley ha affermato che si sarebbe trattato di un errore del comandante del Comando centrale Usa, il generale Frank McKenze: "È stato un errore di McKenzie. Non doveva essere inviata".

Il Pentagono smentisce il ritiro delle truppe

Anche il capo del Pentagono, Mark Esper ha smentito qualsiasi ipotesi di ritiro delle truppe statunitensi dall'Iraq. La Cnn, nel frattempo, annuncia che il Pentagono starebbe pianificando di avviare il dispiegamento di sei sei bombardieri B-52 nella base britannica Diego Garcia, nell'Oceano Indiano, che sarebbero a disposizione per eventuali operazioni contro l'Iran.

L'emittente televisiva ha sottolineato che il semplice dispiegamento non significa automaticamente che queste operazioni siano già state ordinate. Infatti, il Pentagono ha già in passato ordinato il dispiegamento di bombardieri come segnale della potenza Usa: lo scorso anno sei B-52 furono posizionati in Qatar, proprio all'aumento delle tensioni con Teheran. La scelta della base di Diego Garcia risponderebbe ora all'esigenza di tenersi fuori dalla portata dei missili iraniani.

La richiesta di Baghdad

"Il governo iracheno deve lavorare per far cessare la presenza di qualsiasi truppa straniera sul suolo iracheno e proibire loro di utilizzare per qualsiasi ragione il suo territorio, spazio aereo e acque territoriali", chiede invece la risoluzione del Parlamento iracheno che cancellerebbe quindi la richiesta di assistenza militare a Washington. Come riporta Agi, il presidente della Camera Mohammed Halbusi ha sottolineato come serva varare un'apposita legislazione per eliminare l'accordo per cui le truppe statunitensi sono presenti in Iraq.

Si attende quindi la presentazione di un disegno di legge che dovrà poi essere approvato dallo stesso Parlamento. In caso positivo, i militari statunitensi avrebbero circa un anno di tempo per ritirarsi dal Paese. Adel Abdul Mahdi già in passato ha denunciato una violazione di sovranità da parte degli Stati Uniti. Il premier, nella riunione di emergenza, ha chiesto di attuare "misure necessarie e urgenti" per cancellare la presenza di forze straniere nel territorio, denunciando la perdita di fiducia e mancanza di rispetto tra le ragioni, in particolare dopo l'uccisione del generale iraniano Soleimani durante un raid statunitense.

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