Incendio a Hong Kong, 55 morti e 270 dispersi: nel mirino polistirene infiammabile e impalcature di bambù

Il catastrofico incendio che ha incenerito gran parte del complesso popolare Wang Fuk Court, nel distretto di Tai Po, si sta configurando come una delle peggiori tragedie nella storia recente di Hong Kong. Il bilancio provvisorio è già drammatico: almeno 55 vittime accertate, tra cui un vigile del fuoco di 37 anni, e oltre 270 persone ancora disperse, mentre le squadre di soccorso lavorano in condizioni proibitive per raggiungere gli appartamenti devastati alla ricerca di eventuali superstiti, ma nella consapevolezza che il conto finale potrebbe essere con ogni probabilità di centinaia di vittime.
Il rogo è divampato nel pomeriggio di ieri in un edificio di 32 piani in ristrutturazione. Nel giro di pochi minuti, secondo fonti dei vigili del fuoco, le impalcature di bambù e le reti protettive che avvolgevano la torre sono state inghiottite dalle fiamme. Un incendio circoscritto si è rapidamente trasformato in una serie di focolai simultanei che hanno coinvolto fino a sette blocchi residenziali, alimentati da temperature estreme e dal crollo di detriti incandescenti.
Le autorità non hanno ancora chiarito l’innesco esatto del rogo, ma le prime ipotesi si stanno concentrando su materiali altamente infiammabili utilizzati durante i lavori, compresi pannelli di polistirene posizionati per sigillare alcune finestre. Una scelta che, secondo fonti investigative, potrebbe aver agito da moltiplicatore della potenza del rogo, accelerando la propagazione verticale e orizzontale delle fiamme. La polizia ha già fermato tre uomini, sospettati di grave negligenza.
Restano inoltre interrogativi pesanti sui tempi di evacuazione. Mentre l’incendio si spostava da un palazzo all’altro, centinaia di residenti – molti dei quali anziani – sono rimasti bloccati nei propri appartamenti per ore. I soccorritori parlano di "temperature insostenibili" che hanno impedito di raggiungere piani superiori dove erano stati segnalate persone intrappolate.

Il bilancio dei dispersi – oltre 27o persone – resta ancora altamente incerto: una parte potrebbe essere al sicuro ma non rintracciata dopo la fuga caotica, altre potrebbero trovarsi negli appartamenti raggiunti troppo tardi dalle squadre di emergenza.
L’incendio, già paragonato dagli esperti al devastante rogo del Garley Building del 1996 in cui morirono 41 persone, mette sotto pressione le autorità locali e centrali. Il governo di Hong Kong parla di "disastro di proporzioni eccezionali" in una delle città più densamente popolate al mondo, che pure può vantare su un'eccellente reputazione in materia di sicurezza edilizia grazie all'elevata qualità delle sue costruzioni e alla rigorosa applicazione delle normative tecniche.
Nel mirino degli investigatori tuttavia sono finite le impalcature di bambù, onnipresenti in città e ampiamente utilizzate non solo nella costruzione di nuovi palazzi ma anche nella ristrutturazione di migliaia di edifici storici ogni anno. Tale tecnica è stata oggetto di crescente attenzione negli ultimi anni per la sua sicurezza: sebbene il bambù sia ottimo per la sua flessibilità, è anche un ottimo combustibile ed è soggetto a deterioramento nel tempo.
Proprio per questo l'Ufficio per lo sviluppo di Hong Kong ha recentemente annunciato che il 50% dei nuovi progetti di edifici pubblici costruiti da marzo in poi dovranno utilizzare impalcature metalliche per "proteggere meglio i lavoratori" e allinearsi agli standard edilizi moderni delle "città avanzate".
