In Iran le forze di sicurezza picchiano e trascinano una donna che non indossa il velo: il video

In Iran continua la repressione delle forze di sicurezza nei confronti dei manifestanti che partecipano alle proteste di piazza, scoppiate lo scorso settembre in seguito alla morte di Mahsa Amini, e delle donne che non rispettano la legge imposta dal regime.
Nelle ultime ore sono stati condivisi sui social video che mostrano le forze di sicurezza picchiare e trascinare per strada una donna che non indossa il velo. Tra coloro che hanno pubblicato le immagini c'è anche Majid Rafizadeh , presidente dell'International American Council, che ha commentato: "Il regime iraniano vuole controllare le persone, i loro corpi e le loro attività quotidiane".
Intanto, cresce il numero di persone rimaste uccise nel corso delle manifestazioni. Secondo HRANA, che monitora i diritti umani ed ha una sede negli Stati Uniti, sono almeno 500 le vittime delle proteste nel corso degli ultimi 3 mesi, mentre sono 18.400 le persone arrestate.
Secondo Amnesty Iran, di queste almeno 26 sono a forte rischio di esecuzione a seguito di procedimenti fittizi gravemente iniqui. In 11 sono già stati condannati a morte, dopo che due giovani, Mohsen Shekari e Majidreza Rahnavard, sono stati impiccati pubblicamente, e 15 sono accusati di reati capitali e in attesa o in fase di processo.
Secondo alcune Ong, un grande disordine è scoppiato nelle sorse ore nella prigione di Karaj, dove sono detenuti alcuni dei manifestanti arrestati. Secondo i media statali, almeno un prigioniero è stato ucciso, dopo che è scoppiato il caos quando uno di loro è stato trasferito nel braccio della morte in isolamento. L'accusa per lui, come per gli altri, è di "Moharebeh", termine arabo-islamico che nel lessico del regime iraniano significa "combattere Dio" e la sua punizione è la morte.
Gruppi e attivisti hanno anche fatto appelli per ulteriori tre giorni di proteste e sciopero a livello nazionale a partire da oggi lunedì 19 dicembre e fino a mercoledì 21. In una dichiarazione pubblicata ieri, centinaia di intellettuali, personaggi della cultura e attivisti hanno condannato fermamente le esecuzioni dei manifestanti definendole "assassinii sistematici da parte del regime".