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Covid 19

In Cina paura per nuovi focolai di Coronavirus: “Si teme la seconda ondata di infezioni”

A Wuhan per la prima volta dallo scorso 3 aprile sono stati registrati cinque nuovi casi di Coronavirus. Il cluster si è sviluppato all’interno dello stesso complesso residenziale. Paura anche nella città cinese di Shulan, al confine con la Corea del Sud, che, a causa dei nuovi contagi, è di nuovo in lockdown.
A cura di Ida Artiaco
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A Wuhan, città epicentro della pandemia da Coronavirus, dove tutto è cominciato alla fine dello scorso mese di dicembre, è allerta per il timore di una seconda, violenta ondata di infezioni da Covid-19. Dopo giorni in cui non si registravano nuovi contagi e soprattutto nuovi decessi, domenica sono stati trovati positivi al nuovo virus cinque pazienti. È la prima volta che si verifica una situazione del genere dallo scorso 3 aprile, escludendo i casi di importazione, quindi dalla fine del rigido lockdown osservato per più di 70 giorni per il contenimento del nuovo virus. Le autorità hanno rivelato che il cluster si è sviluppato all'interno dello stesso complesso residenziale, nel quartiere di Sanmin, nel distretto di Dongxihu, e soprattutto che dopo l'allentamento delle misure restrittive bisognava mettere in conto un leggero aumento del numero degli infetti, ma tanto è bastato per far rivivere agli undici milioni di abitanti della Capitale dell'Hubei l'incubo dei mesi scorsi.

Chi sono i nuovi contagiati a Wuhan: tutti asintomatici

Tra i contagiati, c'è la moglie di un 89enne che è stato il primo ad essere trovato positivo in città dopo più di un mese di calma piatta. Inoltre, tutti gli ultimi casi sono stati classificati precedentemente come asintomatici, il che significa che hanno la malattia ma non presentavano sintomi clinici come tosse o febbre alta. Al momento sono centinaia i soggetti che le autorità sanitarie stanno monitorando perché "non possiamo permetterci di rovinare i risultati raggiunti con tanto sacrificio. Dobbiamo assolutamente minimizzare il rischio di una seconda ondata", hanno sottolineato in una nota gli esperti locali. Ma quelli di Wuhan non sono gli unici nuovi casi di infezione registrati nelle ultime 48 ore in Cina. A preoccupare è anche la città di Shulan, situata nella provincia di Jilin vicino ai confini con Russia e Corea del Sud, dove pure è stato segnalato un nuovo focolaio a Seul.

Paura anche a Shulan: la città torna in lockdown dopo i nuovi casi

Da oggi anche a Shulan è allerta massima dopo la conferma di 13 nuovi casi, tutti probabilmente legati a una 45enne della città. Qui ieri, scrive il quotidiano locale The Global Times, sono arrivati esperti ed epidemiologi della Commissione sanitaria nazionale e del Centro di controllo e prevenzione delle malattie e la città è in lockdown a scopo preventivo: stop ai trasporti pubblici e alle scuole e ristoranti chiusi. A tutti i 700mila residenti è stato detto di rimanere a casa e solo un membro della famiglia è autorizzato ogni giorno a comprare prodotti essenziali. A rassicurare la popolazione sono intervenuti gli esperti. "Questi casi non significano certamente una seconda ondata – ha detto sempre al Global Times il numero due della Scuola di Sanità Pubblica dell'Università di Pechino, Wang Peiyu -. Alla luce della complessità della Covid-19, che ha un periodo di incubazione poco chiaro e spesso senza sintomi, sono abbastanza normali casi sporadici come questi. Si può parlare di seconda ondata qualora dovesse esserci un'epidemia tanto grave come quella che c'è stata a Wuhan". Dall'inizio dell'emergenza sanitaria la Cina ha confermato 4.633 decessi e 82.918 contagi (esclusi i soggetti asintomatici), con ben 50.339 casi e 3.869 morti a Wuhan.

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