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Il telefono di Jeff Bezos hackerato dai sauditi prima dell’omicidio di Khashoggi

A rivelare l’accaduto è stata una un’inchiesta giornalistica del quotidiano Guardian. Il telefono cellulare del miliardario statunitense sarebbe stato preso di mira circa cinque mesi prima dell’assassinio di Khashoggi. Gli hacker avrebbero attaccato l’apparecchio attraverso un messaggio WhatsApp che apparentemente era stato inviato dall’account personale del principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman.
A cura di Antonio Palma
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Il telefono di Jeff Bezos, numero uno di Amazon ma anche proprietario del Washington Post, sarebbe stato hackerato dai sauditi prima dell'omicidio di  Jamal Khashoggi, giornalista e collaboratore del quotidiano Usa ma sopratutto oppositore della casa reale saudita. A rivelare l'agghiacciante retroscena è stata una un'inchiesta giornalistica del quotidiano britannico Guardian. Secondo l'inchiesta, il telefono cellulare del miliardario statunitense sarebbe stato preso di mira circa cinque mesi prima dell'assassinio di Khashoggi. Gli hacker avrebbero attaccato l'apparecchio attraverso un messaggio WhatsApp che apparentemente era stato inviato dall'account personale del principe ereditario dell'Arabia Saudita Mohammed bin Salman.

Citando i risultati di una perizia tecnica, il Guardian ha spiegato che il messaggio partito dal numero usato da Mohammed bin Salman aveva all'interno un file dannoso che si è infiltrato nel telefono di Jeff Bezos per carpirne ogni informazione. Nel dettaglio, l'attacco sarebbe stato portato a termine con un file video infetto. Secondo fonti consultate dal giornale ma che hanno richiesto l'anonimato, i due uomini stavano avendo uno scambio di messaggi WhatsApp apparentemente amichevole quando è stato inviato il file infetto che in poche ore ha carpito grandi quantità di dati.

La scoperta del virus nel telefono è avvenuta quando la sicurezza di Bezos ha iniziato a indagare sulla fuga di notizie a seguito della pubblicazione da parte di un tabloid Usa di dettagli intimi sulla sua vita privata compresi alcuni sms. A cinque mesi di distanza dall'attacco Hacher, nell'ottobre 2018,  il giornalista del Washington Post che da tempo denunciava gli abusi della corona saudita, Jamal Khashoggi, è stato ucciso. L'Arabia Saudita ha sempre negato di aver preso di mira Khashoggi così come nega l'attacco hacker e ha insistito sul fatto che l'omicidio è stato il risultato di una "operazione canaglia" condannato 8 uomini in un processo a porte chiuse

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