Il reverendo Moon è morto. Aveva celebrato le nozze di Milingo

Il reverendo coreano Sun Myung Moon è morto ieri all'età di 92 anni. Fondatore della controversa chiesa dell'Unificazione era balzato agli onori delle cronache nel nostro Paese per aver sposato il vescovo cattolico Emmanuel Milingo e la coreana Maria Sung in uno dei tanti matrimoni collettivi che lo hanno reso famoso in tutto il mondo. Fuggito dalla Corea del Nord per la sua fervente dottrina anti-comunista, per la quale fu arrestato, torturato e poi, creduto morto e gettato in una fossa comune, dalla quale fu salvato dai suoi proseliti, nel 1954 fondò la setta che è riuscita a raggiungere 3 milioni di seguaci in 194 Paesi: la Chiesa dell'Unificazione sosteneva una dottrina religiosa fondata su un'interpretazione assai contestata dei Testi Sacri, secondo cui Gesù avrebbe dovuto ricreare la "famiglia originale", cioè quella di Adamo ed Eva, ma non essendoci riuscito "chiamò" Moon per adempire a questo compito, in qualità di "messia fondatore". Ma l'esperienza della Chiesa dell'Unificazione fu dichiarata conclusa nel '94 a favore della Federazione delle Famiglie per la Pace e l'Unificazione Mondiale. Fu proprio questo lo scenario che 11 anni fa vide il matrimonio di Milingo e Maria Sung. Episodio per il quale l'arcivescovo dello Zambia fu scomunicato dal Vaticano.
Ma il reverendo Moon era anche capo di un impero mediatico, il "News World Communications", incentrato sul conservatore Washington Times e altre testate in Corea del Sud, Sud America e Medio Oriente. Ed è stato proprio il Washington Times a ricordare in un editoriale Moon, «un grande mediatore di pace ed unificatore della scena mondiale». Lo stesso quotidiano della capitale americana ha dato la notizia della morte dell'uomo di chiesa coreano, avvenuta in un ospedale della sua chiesa a Gapyeong, a nord est di Seul, dove era ricoverato per una polmonite. Un uomo in grado di «creare un enorme impero all'intersezione tra religione e affari diventando una delle figure pubbliche più enigmatiche e polarizzanti», ricorda, invece, il Washington Post.