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Il premier spagnolo Sanchez vuole vietare la prostituzione: “È una forma di schiavitù”

Intervenuto durante l’ultimo congresso dei socialisti a Valencia, il premier spagnolo Sanchez ha annunciato di voler vietare la prostituzione nel Paese poiché si tratta di una forma di schiavitù delle donne che non dovrebbe più esistere. Ma molte associazioni che si occupano dei diritti dei lavoratori insorgono. La Spagna è secondo l’Onu uno dei maggiori centri mondiali per la prostituzione, dopo Thailandia e Porto Rico.
A cura di Chiara Ammendola
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La prostituzione rende schiave le donne e noi andremo avanti per abolirla. A pronunciare queste parole è stato il premier spagnolo Pedro Sanchez che annunciato di voler vietare la prostituzione in Spagna dove è stata depenalizzata nel 1995. Intervenuto durante il congresso dei socialisti a Valencia, il capo del governo e leader del Partito socialista spagnolo (PSOE) ha così ribadito la sua intenzione già esplicitata nei giorni corsi e appoggiata da numerosi altri esponenti della sua formazione.

La prostituzione attualmente non è regolamentata in Spagna, vivendo così una sorta di limbo che oscilla tra il legale e l'illegale: non ci sono infatti sanzioni per chi offre prestazioni a pagamento di sua volontà, a meno che lo faccia in strada e nei luoghi pubblici, in particolare vicino a scuole e parchi frequentati da minori. Tuttavia, lo sfruttamento della prostituzione è illegale e la legge spagnola punisce chiunque ottiene un guadagno dalla prostituzione di altre persone anche se fatto in maniera volontaria. Ed per questo il partito di Sanchez vuole raccogliere in un'unica legge le norme che riguardano la prostituzione che lo stesso PSOE nel 2019 ha definito "una delle peggiori forme di violenza verso le donne".

Dunque l'obiettivo è quello di approvare una legge che sanzioni i clienti, persegua penalmente tutte le forme di sfruttamento della prostituzione e sanzioni anche chi affitta o mette a disposizioni locali per attività legate alla prostituzione: è questo il percorso, secondo quanto emerge dal documento firmato dal partito, "che servirà per arrivare a una definizione più estesa delle violazioni dei diritti umani di donne e bambine nel mondo". Secondo quanto emerso da un sondaggio del 2009 uno spagnolo su tre ha ammesso di aver pagato per avere prestazioni sessuali mentre secondo l'Onu nel 2016 l'industria del sesso valeva 3,7 miliardi di euro e la Spagna è uno dei maggiori centri mondiali per la prostituzione, dopo Thailandia e Porto Rico. Molte delle donne che si prostituiscono, sempre secondo le Nazioni Unite, sarebbero straniere portate illegalmente nel Paese e poi costrette a vendere il proprio corpo.

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