Il figlio del politico putiniano Alexander Dudorov parte con l’esercito russo e muore in guerra

Si era unito alle truppe russe per combattere sul fronte ucraino. Il figlio di Alexander Dudorov, ex capo amministrativo del distretto di Aleksandrovsky, è morto nei combattimenti contro l'esercito di Zelensky. Il giovane soldato, vice comandate della compagnia di ricognizione del 137 esimo reggimento è stato colpito a morte il 6 marzo dall'artiglieria dell'esercito ucraino. A portare a galla la sua storia, la Fondazione investigativa anti-corruzione fondata dal principale oppositore politico di Putin, Alexei Navalny.
La morte del giovane soldato è stata confermata dallo stesso Alexander Dudorov, vicino a Putin e attualmente vice governatore dell'Okrug autonomo del Nenec. Il politico non ha voluto commentare oltre la notizia, limitandosi solo a confermare l'identità del militare ucciso nell'attacco in un'intervista piena di un composto dolore. I funerali del militare si sono svolti il 15 marzo presso il cimitero di Kobyakovsky a Golitsino. La morte di Georgy Dudorov è un esempio significativo di cosa stanno verosimilmente affrontando i militari russi che partono per il fronte. Sicuri (almeno nei primi giorni del conflitto armato) di essere in partenza per una "missione speciale" che non fosse un atto di guerra vero e proprio, si sono trovati completamente impreparati a gestire l'ostilità e la resistenza dei cittadini ucraini.
Le motivazioni per continuare a sostenere la guerra sono poche rispetto a quelle che mantengono forte lo spirito dei soldati ucraini al fronte. Gli stessi esponenti della politica locale russa si ritrovano a fare i conti con morti o incidenti di guerra che reputavano impensabili. La macchina del consenso però non si ferma: Putin è determinato a portare la guerra fino in fondo e chi lavora al suo fianco non osa provare a mostrare la propria contrarietà all'aggressione che ha portato la Russia sull'orlo della rovina economica e al principio di una tragedia umana e militare.