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News su migranti e sbarchi in Italia

Il deputato Karbai, in esilio in Italia: “Governo tunisino usa i migranti per ricattare Europa e FMI”

Intervista al deputato di sinistra in esilio politico in Italia Majdi Karbai: “In Tunisia c’è una dittatura, il parlamento è chiuso, ci sono arresti sommari e violenze sui migranti”. E sull’Italia: “Per la Meloni, Saied è un alleato politico, la pensano allo stesso modo”.
A cura di Antonio Musella
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La Tunisia sta vivendo un momento di grave crisi interna, con il presidente Kais Saied che sta applicando misure repressive senza precedenti contro politici di opposizione, giornalisti e i migranti che arrivano in Tunisia dai paesi dell'Africa sub sahariana, e che proprio dalle coste tunisine, dalla zona di Sfax, partono con barconi di fortuna messi a disposizione dai trafficanti di esseri umani per raggiungere le nostre coste. Nonostante le gravi violenze usate da polizia ed esercito tunisino nella repressione interna e contro i migranti che arrivano dai paesi sub sahariani, per il Ministero degli Esteri Antonio Tajani, non c'è alcuna violazione dei diritti umani.

Abbiamo provato a capire cosa sta avvenendo in Tunisia con il deputato Majdi Karbai, che è esule politico in Italia da quando, nel giugno del 2021, il presidente Saied ha chiuso il parlamento facendo di fatto un colpo di Stato. Karbai era stato eletto nel partito della sinistra ecologista "Corrente Democratica".

Karbai cosa sta avvenendo nel suo paese ?

I tunisini che arrivano in Italia non sono moltissimi in questo momento. Per la maggior parte i migranti vengono dal Senegal e dalla Costa d'Avorio, e arrivano in Tunisia dopo un lungo viaggio finendo per imbarcarsi dalla zona di Sfax. In quell'area i trafficanti hanno dei prezzi più bassi e quindi tutti arrivano lì e partono su barconi di ferro. Anche dall'Algeria arrivano i migranti sub sahariani, anzi le autorità algerine spingono i migranti verso le coste tunisine. Ma per capire cosa sta avvenendo bisogna capire la grave crisi politica che sta scuotendo il paese.

Iniziamo dall'evoluzione del governo di Saied, cosa è avvenuto negli ultimi anni?

Negli ultimi anni la Tunisia stava vivendo la cosiddetta transizione democratica. Dopo il lunghissimo regno di Ben Ali, ci stavamo approcciando ad un normale contesto democratico: questa transizione era fondamentale per ottenere i prestiti internazionali e aiutare il paese a rialzarsi ed a svilupparsi. Dopo il colpo di Stato di Saied nel 2019 e la nuova costituzione votata da una manciata di deputati a lui fedeli, è arrivata la chiusura del parlamento, così le organizzazioni internazionali hanno vincolato i prestiti a delle riforme interne. In particolar modo è il Fondo Monetario Internazionale che ha vincolato l'accesso ai prestiti alle riforme costituzionali. Saied non è d'accordo a queste riforme e quindi ha iniziato ad usare la leva delle partenze dei migranti. In fin dei conti è un ricatto nei confronti dell'Europa ma soprattutto dell'FMI. Lui vuole piena legittimazione per il suo regime senza alcuna riforma da parte dei governi Europei ed occidentali.

Saied parla di "africanizzazione del Magherb", usa un linguaggio tale che sembra di sentir parlare i sovranisti europei…

Lui parla addirittura di sostituzione etnica, di un complotto internazionale contro la Tunisia attraverso i migranti. Lui parla di africanizzazione perché la sua idea di Tunisia è di un paese arabo e musulmano, ponendo una differenza radicale tra gli arabi e le persone che hanno la pelle nera, dimenticandosi per giunta che esistono musulmani neri. Saied è un razzista, si inserisce pienamente nel solco politico di Giorgia Meloni, Marine Le Pene e Orban in Europa. L'arrivo di ondate di persone dall'Africa sub sahariana ha provocato arresti di massa abusivi e violenze nei confronti dei migranti. C'è grande paura, molte persone dormono all'esterno delle ambasciate dei propri paesi chiedendo l'evacuazione dalla Tunisia perché non è un paese sicuro. Chiaramente l'aumento della repressione ha spinto i migranti sub sahariani a lasciare in massa la Tunisia, e quindi ci sono flussi continui di persone che si muovono verso Sfax per partire e scappare dalle violenze di Saied. La vulgata razzista del presidente tunisino evoca questioni che non sono mai esistite nel nostro paese, il razzismo verso chi ha la pelle nera non è mai stato un elemento di discussione politica dalle nostre parti.

Saied dunque sta usando i migranti come arma di ricatto per ottenere i prestiti internazionali?

Esatto, come faceva prima Gheddafi e come ha fatto Erdogan. È la crisi politica tunisina che sta producendo tutto questo, Saied ha il caposaldo del suo regime nella polizia e nei militari, attraverso di loro opera gli arresti di politici, oppositori e la persecuzione di migranti. Anche molti giornalisti, attivisti e sindacalisti sono stati arrestati ingiustamente, poi la magistratura li ha liberati, ma vengono prontamente riarrestati nuovamente. È una situazione di caos. Secondo la nuova costituzione di Saied la magistratura non è più un potere ma un servizio pubblico, quindi la polizia e l'esercito scavalcano continuamente le decisioni della magistratura stessa.

Secondo il Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, non è vero che la Tunisia viola i diritti umani, lei cosa ne pensa?

Tajani dovrebbe sapere che alcuni politici di opposizione sono stati arrestati perché avevano incontrato l'ambasciatore italiano, e per questo sono stati accusati di cospirazione. L'Europa oggi chiede a gran voce la liberazione di questi oppositori politici, e vorrei ricordare a Tajani che se sono stati accusati dal regime di Saied di cospirazione perché hanno incontrato i diplomatici italiani, c'è da dedurre che la Tunisia considera l'Italia un paese nemico. Un gruppo di oppositori è stato arrestato per aver incontrato l'ambasciatore italiano Fabrizio Saggio e l'ex ambasciatore Lorenzo Fanara. Se non è violazione dei diritti umani questa, mi chiedo cosa lo sia.

C'è il rischio che la Tunisia si trasformi di una nuova Libia?

Ma ormai lo è già diventata, non c'è dubbio. C'è un presidente con tutti i poteri, che ha tutto in mano propria. Ha messo sotto di se la magistratura, il parlamento, ha sciolto i consigli municipali. È chiaro che vuole rendere il paese governato da una serie di tribù. Proprio come la Libia. L'Italia vede però il regime di Saied come un alleato, d'altronde hanno la stessa posizione sull'immigrazione, con le spinte razziste e l'esternalizzazione delle frontiere lasciando la gente sui confini a morire. Hanno le stesse ideologie, poi sui diritti umani, le libertà e la democrazia, chissenefrega. Per loro siamo arabi non meritiamo di essere liberi, dobbiamo essere schiacciati da governi autoritari.

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