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I corpi dei due figli nascosti per anni nelle valigie: la madre a processo in Nuova Zelanda

Hakyung Lee, 44 anni, è sotto processo in Nuova Zelanda per l’omicidio dei suoi due figli, i cui corpi sono stati ritrovati in valigie dopo anni. Estradata dalla Corea del Sud, nega le accuse. Il processo valuterà anche il suo stato mentale al momento dei fatti.
A cura di Biagio Chiariello
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La Nuova Zelanda è scossa da una vicenda drammatica che ha catturato l’attenzione di tutto il Paese: Hakyung Lee, 44 anni, è sotto processo per l’omicidio dei suoi due figli di 6 e 8 anni, i cui corpi sono stati nascosti in valigie per anni prima di essere scoperti.

Chi è Hakyung Lee

Estradata dalla Corea del Sud nel novembre 2022, la donna nega ogni responsabilità. I resti dei bambini furono ritrovati nell’agosto 2022 da una famiglia che aveva acquistato all’asta online il contenuto di un deposito abbandonato ad Auckland. Secondo le indagini, i corpi erano rimasti lì per diversi anni. La vendita faceva parte di un’operazione per liberare il deposito, e la polizia ha precisato che gli acquirenti non avevano alcun legame con le morti.

Nata in Corea del Sud, Lee era precedentemente conosciuta come Ji Eun Lee. Aveva vissuto ad Auckland per diversi anni prima di tornare nel suo Paese d’origine nel 2018, cambiando anche il nome poco dopo la presunta data degli omicidi. L’anno precedente, nel 2017, il marito era deceduto dopo una lunga malattia.

Il processo "più sconvolgente degli ultimi anni" in Nuova Zelanda

Il processo si è aperto lunedì presso l’Alta Corte di Auckland e dovrebbe durare circa quattro settimane. I pubblici ministeri presenteranno le loro argomentazioni martedì e hanno annunciato che chiameranno 40 testimoni. Data l’ampia attenzione mediatica, il giudice Geoffrey Venning ha richiamato la giuria a basare il proprio giudizio esclusivamente sui fatti e ha sottolineato che sarà probabilmente chiamata a valutare anche lo stato mentale di Lee al momento dei presunti omicidi, accertando se fosse incapace di intendere e di volere.

Lee si difenderà personalmente in tribunale, supportata da due avvocati nominati dal tribunale come consulenti a disposizione. Lunedì, quando le è stato chiesto come si dichiarasse rispetto alle accuse, è rimasta in silenzio e ha scosso la testa invece di rispondere tramite interprete.

I corpi dei due bambini trovati in delle valige

La causa della morte dei bambini resta ancora sconosciuta. Documenti di tribunale indicano che potrebbero essere stati uccisi da farmaci prescritti per dormire, rilevati nei loro corpi dagli esperti, ma non è stata esclusa un’altra causa di morte, secondo Radio New Zealand.

I corpi furono scoperti dopo che Lee aveva smesso di pagare l’affitto del deposito nel 2022, a causa di difficoltà finanziarie. Il contenuto del magazzino fu messo all’asta online, e gli acquirenti scoprirono le valigie contenenti i corpi dei bambini.

Lee fu arrestata a settembre 2022 a Ulsan, in Corea del Sud, dopo che l’Interpol aveva emesso un mandato internazionale di cattura, e due mesi dopo fu estradata in Nuova Zelanda. Aveva fornito il consenso scritto all’estradizione su richiesta formale delle autorità neozelandesi. Il Ministero della Giustizia sudcoreano ha confermato di aver fornito alla Nuova Zelanda “prove importanti” relative al caso, senza specificarne il contenuto.

Il processo, già definito dai media come “uno dei più sconvolgenti degli ultimi anni”, terrà sotto osservazione l’intero Paese, che segue con apprensione lo sviluppo di una vicenda che intreccia dolore, mistero e interrogativi sullo stato mentale della madre accusata.

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