Guerra Ucraina, Cremlino: “Putin ha fatto gli auguri a Trump con un telegramma. Zelensky è pieno d’odio”

È un Natale con la continua minaccia dei bombardamenti russi per l'Ucraina, mentre la diplomazia internazionale registra segnali contrastanti. Il presidente Volodymyr Zelensky, nel suo discorso ai cittadini ucraini, ha voluto sottolineare l’unità nazionale come valore inespugnabile: “Nonostante tutte le sofferenze portate dalla Russia, non è in grado di occupare ciò che più conta: il nostro cuore, la nostra fiducia reciproca e la nostra unità”, ha detto. Rivolgendosi a Dio, Zelensky ha espresso un desiderio collettivo, definito un “sogno condiviso” dagli ucraini: la morte del leader russo, Vladimir Putin, senza mai nominarlo, ma sottolineando la necessità di pace e la lotta incessante per ottenerla.
Il discorso del presidente ucraino ha provocato reazioni dure a Mosca. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha definito le parole di Zelensky “di cattivo gusto, piene di rabbia” e ha sollevato dubbi sulla capacità del presidente ucraino di prendere decisioni adeguate per una soluzione politica e diplomatica.
Sullo sfondo, la guerra non accenna a fermarsi: la notte della vigilia, le truppe russe hanno bombardato infrastrutture portuali e industriali nella regione di Odessa, provocando la morte di almeno una persona e il ferimento di altre due. Attacchi simili sono stati segnalati anche a Kharkiv, Chernihiv, Zaporizhzhia e Sumy, mentre gli obiettivi civili, tra cui reti elettriche e impianti di riscaldamento, continuano a essere colpiti sistematicamente, lasciando intere comunità senza servizi essenziali a temperature gelide. Il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha definito tali attacchi “genocidio”, sottolineando la volontà di Mosca di colpire intenzionalmente i civili.
Dall’altra parte, le forze ucraine hanno intensificato le operazioni offensive mirate a indebolire l’apparato economico russo. Droni a lungo raggio hanno colpito serbatoi di prodotti petroliferi nel porto di Temryuk, sul Mare d’Azov, e un impianto di lavorazione del gas a Orenburg, al confine con il Kazakistan. Secondo il servizio di sicurezza ucraino SBU, questi attacchi riducono le entrate in valuta estera della Russia e complicano la logistica e le forniture di carburante per l’esercito.
Sul piano diplomatico, Mosca conferma un dialogo in corso con gli Stati Uniti, definito dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, “lento ma costante”. Tuttavia, i progressi vengono ostacolati da “tentativi estremamente dannosi e perfino malevoli” di alcuni Paesi, soprattutto europei, che avrebbero cercato di boicottare i negoziati. Nel frattempo, il leader russo Vladimir Putin ha inviato un telegramma di auguri di Natale al presidente statunitense Donald Trump, come confermato da Peskov.
Il contesto internazionale rimane teso. Durante il tradizionale messaggio di Natale “Urbi et Orbi”, Papa Leone XVI ha affidato il continente europeo al “Principe della Pace”, pregando affinché si arresti il fragore delle armi e le parti in conflitto trovino il coraggio di dialogare in modo sincero e rispettoso.
Sul terreno, le forze russe hanno continuato le loro operazioni strategiche. Bombardieri Tu-95MS hanno effettuato missioni di lungo raggio sul Mare di Barents e sul Mare di Norvegia, scortati dai caccia Su-33 della Marina russa, mentre i venti del conflitto continuano a soffiare sulle città e i villaggi ucraini, tra paura, resistenza e tentativi disperati di protezione civile.