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“Gliel’aveva chiesto Dio”: uccide due figli dopo l’ordine di affidarli al padre per le feste di Natale

Kimberlee Singler, la donna americana accusata di aver ucciso due dei suoi figli in Colorado al culmine di una drammatica disputa per l’affidamento, è stata estradata da Londra agli Stati Uniti.
A cura di Davide Falcioni
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È stata estradata negli Stati Uniti dopo oltre un anno di battaglie legali Kimberlee Singler, la donna americana accusata di aver ucciso due dei suoi figli in Colorado al culmine di una drammatica disputa per l’affidamento. Arrestata a Londra, dove si era rifugiata dopo i fatti, dovrà ora rispondere davanti a un tribunale statunitense di accuse gravissime, tra cui duplice omicidio di primo grado.

La vicenda affonda le radici nel dicembre 2023, quando la polizia trovò senza vita una bambina di nove anni e un bambino di sette nella loro abitazione a Colorado Springs. Una terza figlia, di 11 anni, era rimasta ferita ma era sopravvissuta. Singler fu trovata con lievi ferite da arma da taglio e raccontò agli investigatori che un uomo sconosciuto si era introdotto in casa, aggredendo lei e i figli prima di farle perdere conoscenza.

Quella versione, inizialmente avallata anche dalla figlia sopravvissuta, iniziò però a sgretolarsi. Secondo gli atti giudiziari britannici, la bambina avrebbe poi confidato a un investigatore che la madre le aveva detto di aver agito perché “Dio glielo aveva chiesto”. Gli elementi raccolti dagli inquirenti misero ulteriormente in discussione il racconto dell’intrusione: non furono trovate impronte nella neve all’esterno dell’abitazione e i dati GPS collocarono l’ex marito – da Singler indicato come possibile responsabile – a oltre cento chilometri di distanza al momento degli omicidi.

La scomparsa della donna fece scattare una caccia internazionale. Ricercata dal 26 dicembre, Singler venne rintracciata quattro giorni dopo nel quartiere londinese di Chelsea, dove fu arrestata dalla National Crime Agency britannica. Non è mai stato chiarito perché avesse scelto proprio Londra come destinazione.

Davanti ai giudici del Regno Unito, la 37enne ha cercato di opporsi all’estradizione, sostenendo la propria innocenza. I suoi legali hanno fatto leva soprattutto sul rischio di una condanna all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale, una pena considerata incompatibile con i principi europei sui diritti umani. Ma nel gennaio 2025 un giudice ha respinto il ricorso, decisione confermata mesi dopo con il rigetto dell’appello.

Il contesto familiare e giudiziario pesa come un’ombra sull’intera vicenda. Il giorno prima del ritrovamento dei corpi, un giudice del Colorado aveva intimato a Singler di rispettare un ordine di affidamento che prevedeva la consegna dei figli al padre per le festività natalizie. Le era stato imposto di cederne la custodia o di presentarsi con i bambini a un’udienza fissata per il 20 dicembre. Proprio quel giorno, Singler chiese il rinvio del procedimento, sostenendo che lei e i figli erano stati vittime di un attacco e che due bambini erano stati uccisi.

Ora, con il rientro forzato negli Stati Uniti, il caso entra nella sua fase più delicata. Oltre ai due capi di imputazione per omicidio di primo grado, Singler dovrà rispondere di tentato omicidio, maltrattamenti su minori e aggressione.

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