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Gli scienziati inglesi: “La variante sudafricana potrebbe resistere al vaccino anti covid”

John Bell, docente di medicina dell’università di Oxford e membro della task force del governo sui vaccini, ha spiegato che quella sudafricana è una variante “preoccupante” perché “presenta delle mutazioni sostanziali nella struttura della proteina” che il vaccino della Sars-Cov-2 identifica per produrre gli anticorpi.
A cura di Davide Falcioni
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Con 58.784 nuovi casi nelle ultime 24 ore il Regno Unito ha fatto registrare il record assoluto di contagi di Covid-19 dall'inizio dell'emergenza sanitaria battendo il precedente primato di 57.725 di sabato scorso: malgrado il paese abbia avviato la campagna di vaccinazione in anticipo rispetto ai paesi europei l'immunità di gregge è ancora un miraggio e l'epidemia  continua a correre, spinta anche dalla variante sudafricana – la 501.V2 – che come quella inglese ha un'altissima contagiosità e potrebbe resistere al vaccino Oxford AstraZeneca.

A lanciare l'allarme è stato sir John Bell, docente di medicina dell’università britannica di Oxford e membro della task force del governo sui vaccini, spiegando che quella sudafricana è una variante "più preoccupante" perché "presenta delle mutazioni sostanziali nella struttura della proteina" che il vaccino della Sars-Cov-2 identifica per produrre gli anticorpi. Lo scienziato ha spiegato che se tale proteina fosse diversa il sistema immunitario – “addestrato” dal vaccino – non la riconoscerebbe e di conseguenza non sarebbe in grado di produrre anticorpi. Secondo gli studi condotti dai ricercatori della Oxford University, la variante sudafricana, al pari di quella britannica, presenta inoltre un tasso di contagiosità molto alto.

Il ministro della salute: "Sono estremamente preoccupato"

Sir John Bell ha comunque precisato che sembra “improbabile” che il vaccino prodotto da Oxford e da AstraZeneca in collaborazione con l'italiana Irbm possa essere "completamente inefficace" contro la variante sudafricana, e che "adattare i vaccini attuali" rispetto alla nuova mutazione richiederà agli scienziati tra le quattro e le sei settimane. Per questa ragione ha invitato tutti a non cedere all’allarmismo e a mantenere la calma, perché ulteriori studi sono in corso e delle risposte più precise arriveranno solo nelle prossime settimane. Il suo appello però non ha sortito gli effetti sperati con il ministro della Salute di Londra, Matt Hancock, che ai microfoni dell’emittente Bbc si è detto detto “estremamente preoccupato” dalla variante sudafricana, che ha fatto già registrare contagi in due località del Regno Unito, probabilmente riguardanti persone che avevano compiuto viaggi in quel Paese. Per questo, ha continuato Hancock, "abbiamo chiuso tutti i voli con il Sudafrica".  "Ci troviamo di fronte a un problema serio, anche più preoccupante della variante rilevata nel Regno Unito" ha aggiunto il ministro, definendo tuttavia "storico" il lancio odierno della vaccinazione, che prevede in questa prima fase 540.000 somministrazioni. A fine dicembre l’Agenzia per la regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari (Mhra) ha approvato il vaccino prodotto da Oxford in collaborazione con l’azienda farmaceutica AstraZeneca, e l’Nhs ha fatto sapere che ne ordinerà 100 milioni di dosi per garantire la completa immunizzazione della popolazione.

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